Tra poco meno di tre mesi, l’8 settembre 2016, l’Agenzia Spaziale americana lancerà infatti la missione Osiris – Rex, sviluppata nell’ambito del programma di esplorazione New Frontiers dal Goddard Space Flight Center della NASA, dal Lunar and Planetary Laboratory – LPL, dell’Università dell’Arizona, e dalla divisione spaziale della Lockheed Martin.
Dopo un viaggio spaziale di circa tre anni, nel 2019 la sonda entrerà nell’orbita dell’asteroide 101955 – Bennu, dal cui suolo dopo circa sei mesi preleverà un campione di 60 grammi di materiale. Per farlo non atterrerà sull’asteroide, ma utilizzerà il braccio robotico del sistema automatico di raccolta di materiali, in modo da non contaminare il suolo e il campione stesso.
Tornerà quindi verso la Terra, dove arriverà quattro anni dopo, nel 2023. Di forma cubica, la sonda è equipaggiata anche con un sistema di sensori, tra cui spettrometri e altimetro laser, e da un sistema di fotocamere, di cui una collegata ad un telescopio che consentirà anche di avere immagini ad elevata risoluzione della superficie dell’asteroide.
Immagine: fonte Wikipedia, cortesia NASA – Goddard – Università dell’Arizona
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