C’è il pensiero del filosofo torinese, tra i più grandi del primo Novecento, sulla figura filosofica di Gesù, in questo volumetto di quasi duecento pagine curato criticamente da Luca Natali. Scritto durante gli anni trenta del secolo scorso, Ragione e fede era stato pubblicato per l’ultima volta nel 1942 da Einaudi, curato dallo stesso Martinetti, direttore della prestigiosa Rivista di Filosofia, fondata nel 1909.
Il volume è stato pubblicato nel 2016 da Morcelliana Edizioni, nella collana Il Pellicano Rosso, ISBN 9788837229559. Acuto interprete dell’idealismo post- kantiano, in questo libro Martinetti analizza la figura di “Gesù in chiave non storica ma filosofica”, attraverso “una rigorosa critica della teologia come apologetica, volta a restituire alla fede e alla ragione la loro peculiarità senza riduzioni”.
Una analisi che mostra il punto di vista di “una sorta di illuminismo religioso”, in cui fede e ragione non sono in conflitto, ma nel quale “la religione la si difende a partire dal riconoscimento della sua appartenenza, insieme alla ragione, a un processo libero della coscienza nell’acquisizione del sapere”.
Perché la verità è la stessa per la scienza come per la filosofia e la fede, oltre ad essere “alla portata di tutti coloro che esercitano la ragione e, in quanto legittime dimensioni dello spirito, l’una non può opporsi all’altra ma ne è parte”.
Nato a Pont Canavese il 21 agosto del 1872, Martinetti si era laureato in filosofia all’Università di Torino nel 1893, a soli 21 anni, con una tesi su Il Sistema Sankhya. Studio sulla filosofia indiana, per la quale per il biennio 1903 – 1905 aveva vinto il Premio Gautieri per la filosofia, la storia e la letteratura, assegnato dall’Accademia delle Scienze di Torino; è morto a Cuorgnè il 23 marzo del 1943.
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