Come anticipato, il 12 febbraio del 2016, la Corte di Cassazione, sezione Lavoro, ha pubblicato Sentenza con la quale si conclude definitivamente il calvario connesso a un licenziamento illegittimamente comminato il 18 luglio del 2005. Una risoluzione del rapporto traumatica, che ha gravemente danneggiato, oltre alla serenità mia e della mia famiglia, la mia onorabilità e la mia reputazione personale e professionale. Creandomi in tal modo anche enormi difficoltà a trovare un altro posto di lavoro a tempo indeterminato, nei 6 anni dal licenziamento al reintegro in Sky con contestuale trasferimento a Milano
Con rammarico, nella vicenda, ho constatato la sostanziale assenza di aiuto da parte dei sindacati: questa peraltro è una delle ragioni che mi ha spinto in questi ultimi anni a svolgere attività sindacale in prima persona, in modo del tutto difforme da quello che avevo vissuto e subito io stesso come lavoratore.
Devo precisare che in questi anni ho sempre evitato di dare risalto alla fattispecie, sia per rispetto e tutela di sky, sia per rispetto e fiducia nella magistratura: i processi si fanno, infatti, nelle opportune sedi. Oggi che il percorso ha avuto il suo termine e che la sentenza è cosa giudicata, sento però la necessità, umana e personale, di spiegare la verità sugli eventi, fugando tutti gli eventuali dubbi residui.
Il 12 febbraio del 2016, quindi, confermando le Sentenza di Primo grado e di Appello, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso di Sky, ritenendolo infondato. La Sentenza ha avuto una ampia eco sui mezzi di informazioni, sia su siti e giornali specializzati, sia su alcuni siti e giornali non prettamente giuridici. Purtroppo, alcuni di tali media hanno riportato alcune informazioni in maniera errata o incompleta, o hanno omesso di fare distinzione, per i non professionisti del settore, tra atti giuridici e fatti storici In questo modo, paradossalmente, hanno in parte riportato una cronologia e cronistoria che non corrisponde a quanto accaduto e che rischia paradossalmente di dipingermi in maniera distorta.
Conseguentemente, su alcuni siti e giornali mi vengono attribuiti atteggiamenti e comportamenti scorretti, mai dimostrati in alcuna sede giuridica o extragiudiziaria: alcuni attribuitimi dall’azienda per cercare di motivare il licenziamento, e appunto non dimostrati; altri addirittura in non so quale modo dedotti da chi ha scritto gli articoli sulla vicenda e le Sentenze relative .
In realtà: – Tali presunti eventi negativi, che io invece ho da subito contestato (e anzi segnalato) essendone vittima e non artefice, non sono stati oggetto di accertamento specifico, in quanto comunque non pregnanti ai fini della configurazione del licenziamento. Per tutelare la mia reputazione personale e professionale, ho deciso di pubblicare questo comunicato, e richiedendo idonee rettifiche o integrazioni, in particolare ai pochi siti che hanno persino “interpretato” la questione, riportando considerazioni decisamente lesive della mia reputazione, personale e professionale. … Il testo completo è pubblicato sul giornale online Fede e Ragione
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