La mente non è proprio ciò che conoscono gli scienziati, o a maggior ragione conosce il grande pubblico: la verità era e per la maggior parte resta tuttora nascosta, sommersa dietro ciò che finora è stato possibile leggere e capire dai nostri cervelli. C’è molto di più, e di sorprendente, e forse tra poco tempo lo scopriremo. Un importante balzo avanti, anche per comprendere l’evoluzione del cervello umano, certamente sembra sia quello realizzato recentemente da alcuni neuroscienziati, in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature nel mese di luglio 2016.
Ricercatori di università e istituti di ricerca di Stati Uniti, Gran Bretagna e Olanda, hanno infatti individuato circa 100 nuove aree della corteccia cerebrale umana. Aree finora sconosciute, e che definiscono una nuova mappa, comunque non ancora completa, delle macro e micro strutture e delle funzioni del nostro cervello. Una mappa, in parte visibile nelle immagini pubblicate con l’articolo da Nature, e che finora era stato impossibile realizzare, come spiega l’articolo e come hanno sottolineato Matthew Glasser, David Van Essen e gli altri studiosi coinvolti nella ricerca.
L’immagine che pubblichiamo, credits Nature – Matthew F. Glasser, David C. Van Essen, mostra ad esempio la parcellizzazione corticale sulle superfici dell’emisfero sinistro e destro del cervello umano. Studiando un grande numero di soggetti, in buona salute e senza patologie neurologiche, i neuroscienziati hanno realizzato un obiettivo che, come spiega l’articolo, a causa di limitazioni tecniche e tecnologiche “era sempre stato sfuggente per le neuroscienze”.
Le mappe realizzate finora erano infatti basate su un numero inferiore di caratteristiche funzionali e di relative potenziali patologie, e su un campione purtroppo molto più ridotto di individui. Ne derivava la mancanza di certezze su alcune regioni delle mappe stesse, e la difficoltà o impossibilità di riprodurle virtualmente confrontando i “cervelli” di vari individui. In questo caso, gli scienziati hanno invece definito la mappa grazie ad immagini di 201 giovani adulti sani, che erano stati selezionati e studiati per lo Human Connectome Project, il progetto di studi promosso a partire dal 2009 da alcuni componenti del National Institutes of Health, con l’obiettivo proprio di elaborare una mappa virtuale delle connessioni del cervello umano, e di aiutare nella prevenzione e nella cura di malattie mentali anche gravi, come la schizofrenia e l’Alzheimer.
Lo studio, come hanno scritto anche altri due scienziati del gruppo, Simon Eickhoff e Thomas Yeo, rappresenta un grande progresso nella mappatura del cervello umano: “spetta ora ai ricercatori utilizzare il quadro anatomico fornito, confrontarlo con approcci alternativi alla mappatura del cervello umano, e popolare le nuove aree individuate con le informazioni sulle funzioni e le informazioni sulle varie patologie neurologiche”. Questo l’articolo originale, Doi 10.1038/nature18933, pubblicato nel mese scorso da Nature.
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