Forse forme di vita extraterrestre potrebbero essere più vicine a noi di quanto crediamo. Nel sistema di Proxima Centauri, il più vicino al nostro, si trova infatti un pianeta con caratteristiche molto simili alla Terra. Lo ha annunciato questa settimana la rivista scientifica Nature, descrivendo il corpo celeste come un piccolo pianeta di roccia, con una massa stimata di circa 1,3 volte quella della Terra, e con temperature tali da avere probabilmente sulla sua superficie acqua allo stato liquido.
Situato ad una distanza di poco superiore ai 4 anni luce, denominato dagli scienziati Proxima B, dal nome della stella attorno a cui orbita nella zona considerata abitabile, per le proprie caratteristiche il pianeta sarebbe teoricamente in grado di ospitare la vita, in forme elementari o anche più evolute. Gli scienziati che hanno pubblicato la ricerca, hanno analizzato misurazioni dell’effetto Doppler realizzate con telescopi dell’ESO – European Southern Observatory, tra il 2000 e il 2014, insieme ad osservazioni effettuate tra il 19 gennaio e il 31 marzo del 2016.
Ovviamente, hanno spiegato Guillem Anglada Escudé e i suoi colleghi, non si ha la certezza che questo pianeta sia abitabile, ovvero che abbia una atmosfera adatta alla sopravvivenza di forme di vita, e che vi sia effettivamente acqua, e in forma liquida. Alcuni studiosi sono infatti scettici al riguardo, e saranno necessari ulteriori studi e osservazioni per capire quale sia la realtà geologica, chimica e eventualmente biologica, di questo pianeta. Un altro elemento di perplessità potenziale, è il fatto che Proxima B orbiti molto vicino alla propria stella: ne deriva che sia sottoposta quindi a flussi di raggi x, mentre non si sa se il pianeta abbia un campo magnetico che lo protegga da tali raggi, come avviene per la Terra.
I ricercatori sperano anche che in futuro, ma potremmo parlare anche di uno o più secoli, sarà possibile inviare sonde robotiche su Proxima B, per osservarlo da vicino e capire la verità. Un altro ricercatore del gruppo, Artie Hatzes, ha spiegato infatti che la stella “Proxima Centauri esisterà per diverse centinaia, se non per migliaia di volte più a lungo rispetto al nostro Sole”, e che “qualsiasi forma di vita sul pianeta potrebbe essere ancora in evoluzione a lungo dopo che il nostro Sole sarà morto.” Nell’immagine, cortesia ESO European Spacial Agency, M. Kornmesser ha interpretato e elaborato una possibile immagine della superficie di Proxima B, con all’orizzonte la sua stella, Proxima Centauri.
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.