Lunedì 19 settembre 2016
Papa Francesco: studiare l’universo con fede e con scienza
Il Pontefice sabato 11 giugno 2016 ha ricevuto in udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico i partecipanti ad una nuova edizione della Scuola estiva di astronomia organizzata dalla Specola Vaticana, quest’anno sul tema dello studio dell’acqua nel sistema solare e nel cosmo. Ha così voluto ricordare a studenti, docenti e organizzatori, quale sia l’importanza dello studio dell’astronomia e dell’astrofisica e quali debbano essere le linee guida per chi lavora come ricercatore in questi ambiti.
“Il lavoro dello scienziato – ha affermato il Santo Padre – richiede grande impegno, che può essere lungo e faticoso. Tuttavia esso può e dovrebbe essere una sorgente di gioia”. Perché, come mostra la stessa Scuola estiva della Specola, in noi esseri umani c’è “il desiderio di comprendere l’universo, creato da Dio, e il nostro posto in esso”.
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Le basi della vita sulle comete?
Nel 1986 il biofisico e chimico americano Walter Gilbert, Premio Nobel per la Chimica nel 1980, avanzò l’ “ipotesi del mondo ad RNA”. Riprendendo una idea del biologo molecolare Carl Woese, Gilbert teorizzava che la vita sul nostro pianeta avrebbe avuto origine da molecole di RNA, l’acido ribonucleico, formatesi da elementi chimici base, presenti nella Terra primordiale. Una ipotesi che nel 2009 aveva ricevuto una prima parziale conferma da un esperimento realizzato da alcuni biochimici dell’Università di Cambridge, in Gran Bretagna, e pubblicato su Nature. Ma una nuova ulteriore conferma è arrivata sulla rivista Science, grazie ad uno studio di ricercatori della Ludwig Maximilian University di Monaco di Baviera.
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Il Progetto Genoma e gli scienziati che vogliono riscrivere il DNA umano
In un articolo apparso sulla rivista scientifica Science, venticinque studiosi, tra cui genetisti e biologi molecolari, propongono di studiare come modificare il nostro DNA, per prevenire ad esempio patologie gravi o incurabili; oppure creare anche DNA sintetico, in modo da coltivare in vitro cellule staminali, o far crescere interi organi da utilizzare poi per trapianti, sopperendo così alla carenza di organi trapiantabili, e togliendo ogni eventuale rischio di rigetto. Una proposta che ovviamente è destinata a far discutere, sia per le implicazioni etiche di un tale progetto, sia per quelle scientifiche.
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Paul Davies: gli extraterrestri? potrebbero essere difficili da trovare
La possibilità che esistano altri esseri viventi nell’universo è una questione che interroga la scienza, ma che tocca anche la fede dei credenti, oltre che ovviamente l’emotività delle persone. Così all’entusiasmo che può suscitare una tale ipotesi si accompagnano spesso anche dubbi e paure su quale futuro potrebbe derivare da un eventuale incontro con esseri extraterrestri.
Il problema prioritario, però, è che “forse la vita nel Cosmo è rara, dopo tutto”, come titola il fisico e divulgatore inglese Paul Davies sul blog di Scientific American, in un articolo pubblicato nel mese di maggio 2016.
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Scienza e fede: un progetto di studio in Minnesota
Crescono le iniziative di studio sul rapporto tra scienze e religione, finalizzate anche a promuovere una maggiore consapevolezza del loro possibile equilibrio reciproco. Una di queste è stata attivata in Minnesota, negli Stati Uniti, dal Gustavus Adolphus College, una istituzione accademica privata affiliata alla Chiesa Evangelica Luterana in America.
Il College ha istituito la Gustavus Academy for Faith, Science and Ethics, indirizzata principalmente a studenti delle superiori. Partecipano al progetto di dialogo tra fede e scienza giovani provenienti dalle high schools di nove stati americani. Si confronteranno con i docenti e i responsabili del percorso formativo su tematiche globali, affrontandole in una prospettiva religiosa, scientifica, etica.
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Tra fede e ragione, una sola certezza: Dio non è morto
Il cinema non parla spesso del rapporto tra scienza e religione, e quando lo fa, di solito la fa in modi spettacolari, se non banalizzanti o incongrui. Si distacca da questa linea il film di Harold Cronk, God’s not dead, uscito nell’agosto del 2014 e in arrivo in questi giorni sul mercato italiano dell’home video.
Il film è tratto dal libro omonimo di Rice Broocks, Dio non è morto. Prove dell’esistenza di Dio in un’epoca di incertezza. “Al centro della storia – riferisce il comunicato dedicato alla pellicola -, una sfida intellettuale tra una matricola universitaria, Josh Wheaton (Shane Harper), e un prestigioso docente di filosofia, il Professor Radisson (Kevin Sorbo). Superbo e autoritario, il Professor Radisson ha costruito la sua brillante carriera e la sua intera vita privata sulla tesi che Dio non sia mai esistito e che ogni religione sia un’inutile superstizione. Di forte temperamento, esige che i suoi studenti sposino la stessa idea”.
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Libri
La grande domanda? Cercare Dio nella scienza e nella fede
Un nuovo libro del biologo e teologo britannico Alister McGrath, sostenitore del possibile equilibrio tra religione e ricerca scientifica e in conseguenza avversario del neo-ateismo e del riduzionismo moderni. Ne è un esempio già nel 2007 la sua opera ad oggi più famosa, The Dawkins Delusion, in cui McGrath attaccava dialetticamente le ipotesi riduzioniste del famoso ateista Richard Dawkins, parafrasandone pure il titolo del libro The God’s Delusion.
McGrath continua la propria lotta per sfatare l’idea di una distanza incolmabile tra fede e scienza, ciascuna arroccata nel proprio dominio e in una propria limitata visione, in questa nuova opera: La grande domanda. Perché non si può fare a meno di parlare di scienza, di fede e di Dio.
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Neuroscienze: le frontiere della neuroetica
Parla di una nuova disciplina questo volume curato dal ricercatore Andrea Lavazza e pubblicato nel febbraio del 2016 dalla Cambridge Scholars Publishing. Con il titolo Frontiers in Neuroethics. Conceptual and Empirical Advancements, il libro vuole offrire “una visione aggiornata delle prospettive teoriche e delle ricerche empiriche” relative appunto alla nuova disciplina della neuroetica.
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Eventi recenti
Trento: relatività generale e onde gravitazionali
Ne ha parlato il 7 giugno scorso Salvatore Capozziello, professore dell’Università di Napoli, in un evento pubblico nell’Auditorium del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Presidente della Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione, Capozziello è intervenuto sul tema La relatività generale: dalla nascita alle onde gravitazionali.
Nel ricordare i cento anni dalla formulazione da parte di Albert Einstein della teoria della Relatività Generale, lo studioso ne ha illustrato la storia, i concetti fondamentali, il modo in cui ha cambiato la fisica moderna, e quelle che sono state le principali prove sperimentali della teoria, in particolare la scoperta recente delle onde gravitazionali.
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Matteo Ricci: simbolo del dialogo tra scienza e fede e tra Oriente e Occidente
Un uomo che fu allo stesso tempo un matematico, un geografo, padre gesuita, missionario e che fece incontrare la cultura occidentale con quella orientale, in particolare della Cina. Con queste poche parole potremmo spiegare la figura e l’importanza di Padre Matteo Ricci, uomo di scienza e di fede, proclamato Servo di Dio il 19 aprile del 1984.
A lui è stato dedicato uno degli interventi del XII Simposio degli intellettuali cattolici cinesi in Europa, svoltosi a Macerata da martedì 28 a giovedì 30 giugno 2016, quest’anno sul tema Cattolicesimo e dialogo interculturale tra Oriente e Occidente. L’importanza della cultura nel processo di evangelizzazione in Cina.
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Neuroscienze, tra filosofia e scienza
Si è parlato di mente e cervello, di un approccio interdisciplinare allo studio delle neuroscienze, e dei rischi di una visione riduzionista, in una lectio magistralis a Brescia, lo scorso 17 giugno 2016. Relatore Michele Di Francesco, rettore dell’Istituto Universitario di Studi Superiori IUSS di Pavia, dove è anche professore di Logica e Filosofia della Scienza.
Con il titolo Filosofia e Neuroscienze, Di Francesco ha definito e spiegato concetti differenti ma complementari come mente e cervello, spiegando anche come l’approccio materialista porti erroneamente a pensare ad un conflitto nelle neuroscienze tra la visione della filosofia e quella della scienza.
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Los Alamos, scienza e fede: Che cosa ci rende umani?
Un ciclo di eventi sulle varie possibili declinazioni del rapporto tra religione e visione scientifica, promosso da ottobre 2015 a luglio 2016 dallo Science and Faith Forum di Los Alamos, New Mexico. Il primo incontro della sessione estiva si è svolto lo scorso 1º giugno, sul tema Che cosa ci rende umani? Relatore Robert Sapolsky, professore di Biologia, Neurologia e Neuroscienze alla Stanford University.
Sapolsky, che si dichiara ateo, teorizza che la fede e la religiosità abbiano basi genetiche. Nell’incontro ha parlato della propria visione, come scienziato e in particolare come primatologo, di ciò che rende gli esseri umani unici, e di quali siano le somiglianze e quali le differenze più profonde tra gli esseri umani e primati come i gorilla o gli scimpanzé.
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