Le teorie evolutive non sono necessariamente incompatibili con la religione cattolica e le Sacre scritture, se non si considera queste con un approccio letterale, ma critico e interpretativo. Allo stesso tempo, l’evoluzione teorizzata da Charles Darwin può essere considerata anche come uno sviluppo che potrebbe essere caratterizzato ad esempio da un finalismo insito negli esseri viventi, scritto nel loro stesso DNA.
Finalismo che potrebbe spiegare la a dir poco elevata complessità dei viventi, che appare difficile attribuire ad una evoluzione frutto solamente della casualità o di una selezione dei più forti, tanto è vero che esistono anche forme morfologiche di evoluzione, in alcuni casi pure apparentemente paradossali, che non hanno spiegazioni o ragioni di sopravvivenza di una specie, o di maggior funzionalità di tali caratteristiche.
Di tali questioni, considerate alla luce della riflessione filosofica e del possibile equilibrio tra fede e scienza, si è parlato martedì 18 ottobre 2016 a Roma, nella conferenza Evoluzione e creazione: considerazioni generali. Offerto da Pietro Ramellini, docente per l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, questo è stato evento promosso dal Master in Scienza e Fede, nell’ambito del modulo Evoluzione e creazione.
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