Lunedì 24 ottobre, per ricordare la sua nascita, la sua figura e la sua importanza per il progredire della scienza e della medicina, Google ha dedicato il proprio doodle al naturalista olandese, nato a Delft il 24 ottobre del 1632, e morto nella stessa cittadina il 27 agosto del 1723. Di umili origini, non aveva potuto studiare il latino, in quel periodo necessario per poter accedere all’università. Si era quindi costruito, una rarità per uno scienziato dell’epoca, una cultura poco letteraria, ma prevalentemente tecnica e scientifica appresa in gran parte anche sul campo, e attraverso percorsi formativi in vari ambiti disciplinari, per interesse personale e per ragioni di lavoro.
Anche per questa ragione era considerato un outsider nel mondo scientifico e culturale di quel periodo. Tra l’altro, agli inizi era conosciuto, come tecnico e come artigiano, soprattutto per le sue ricerche in ambiti ottici, e per aver perfezionato e prodotto microscopi notevolmente superiori a quelli normalmente disponibili in quegli anni. Sperimentando la microscopia come artigiano, però di alto livello tecnico e dotato di grande interesse e curiosità per la scienza, la biologia in particolare, gli fu naturale interessarsi maggiormente al mondo visibile solo attraverso gli strumenti che lui stesso produceva.
Da osservazioni estemporanee, o casuali, spesso pure finalizzate a testare le apparecchiature che produceva, arrivò così progressivamente ad effettuare osservazioni sempre più rigorose e programmate, utilizzando un rigoroso metodo scientifico, analogo a quello che utilizzava nella sua attività di progettazione e costruzioni di microscopi e altri strumenti ottici. A van Leeuwenhoek, che studiò sistematicamente tessuti di animali, esseri umani e piante, si devono tra l’altro la conferma dell’esistenza dei vasi capillari, già anticipati da Marcello Malpighi; l’identificazione dei globuli del sangue; l’individuazione di numerosi batteri e protozoi.
Immagine: Antoni van Leeuwenhoek, opera di Jan Verkolje, Rijksmuseum, fonte Wikipedia
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