Tra gennaio e febbraio 1616, vi furono a Roma, in via della Maschera d’Oro, due riunioni accademiche, organizzate da esponenti dell’Accademia dei Lincei. Gli studiosi che vi presero parte volevano riflettere e riaffermare i valori culturali dell’istituzione scientifica, la più antica di questo genere al mondo, “aggiornati alla luce delle novità epocali disvelate dallo scienziato toscano” Galileo Galilei in quel periodo. Novità che trovavano però, a dire il vero anche per l’atteggiamento apodittico e non conciliante di Galileo, opposizioni da parte del mondo scientifico e teologico della Chiesa Cattolica. Una situazione che porterà al famoso Processo e al decreto anticopernicano.
Agli incontri di studi, oltre allo stesso Galilei, che era divenuto socio linceo, partecipò naturalmente il naturalista Federico Cesi, principale promotore delle riunioni e fondatore dell’Accademia con Anastasio De Filiis, Johannes van Heecke e Francesco Stelluti. Nella prima riunione, il 26 gennaio, Cesi lesse il testo Del natural desiderio di sapere, un discorso che voleva testimoniare gli ideali culturali che avevano portato a costituire l’Accademia.
Di questi due eventi, e del loro influsso sulla scienza e la cultura scientifica europea, si parlerà giovedì 15 dicembre 2016 alle 15.30 all’Accademia Nazionale dei Lincei, nell’ambito degli approfondimenti previsti nella Classe di scienze morali, storiche e filologiche. Introdotta dall’attuale presidente Alberto Quadrio Curzio, e coordinato da Tullio Gregory, questa conversazione vedrà a confronto, sul tema Cesi e Galileo, Roma 1616, gli storici della scienza Massimo Firpo e Paolo Galluzzi, direttore del Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze.
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.