Fisica, cosmologia, onde gravitazionali e Buchi Neri, al centro di un evento organizzato mercoledì 15 febbraio 2017 a Roma dalla Ambasciata di Francia in Italia, Institutes de France, Academie des sciences, e dall’Accademia Nazionale dei Lincei. Questa è la quarta conferenza nell’ambito del programma di eventi Penser et fare la Scienza, ensemble, dedicati ad alcuni dei grandi temi attuali della scienza e della ricerca. Due gli interventi svoltisi dopo i saluti di Catherine Colonna, Ambasciatrice di Francia in Italia, e di Alberto Quadrio Curzio, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Introdotto dal socio Linceo Giancarlo Setti, l’astrofisico Paolo de Bernardis, socio Linceo, professore dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, ha tenuto una relazione su L’universo primordiale: un laboratorio per la fisica e la cosmologia., esponendo la visione cosmologica attuale, definita anche grazie ad esperimenti e programmi di ricerca come Planck, Qubic e Core. “Raccogliendo e analizzando i fotoni del fondo cosmico di microonde – si legge nella presentazione dell’evento – è possibile ottenere l’immagine dell’universo nel suo stato primordiale, 13.7 miliardi di anni fa: un gas incandescente e fluttuante, simile alla superficie del sole. I dettagli dell’immagine hanno permesso di stabilire la strana composizione dell’universo, dominata da energia e materia oscure. I dettagli più nascosti dipendono da fenomeni avvenuti un attimo dopo il big bang, quando l’energia tipica nell’universo era elevatissima, a livelli che non potranno mai essere replicati in laboratorio”.
Presentato da Catherine Brechignac, Segretario permanente dell’Académie des sciences, il fisico teorico Thibault Damour, membro dell’Académie e professore all’Institut des Hautes Etudes Scientifiques, ha parlato invece di due ipotesi più innovative derivanti dalla teoria della Relatività di Albert Einstein: Onde Gravitazionali e Buchi Neri – Ondes Gravitationnelles et Trous Noirs, alla luce anche della moderna fisica quantistica. Le onde gravitazionali e i buchi neri, si legge nel programma, “sono apparse fin dalla scoperta della teoria” della Relatività nel 1916. Una ipotesi allora tutta da dimostrare, e in gran parte anche da capire.
Infatti sono stati necessari “una cinquantina di anni di sviluppi teorici per cominciare a comprendere il loro significato fisico e cento anni per certificare la loro esistenza nel mondo reale. Thibault Damour presenterà gli aspetti teorici della recente rivelazione attraverso i due interferometri LIGO della collaborazione LIGO – Virgo, le onde gravitazionali emesse dalle ultime orbite e fusione, di un sistema di due buchi neri. Tale individuazione apporta la prima prova diretta dell’esistenza, allo stesso tempo, delle onde gravitazionali e dei buchi neri ed inaugura un nuovo modo di osservare l’Universo: l’astronomia delle onde gravitazionali”.
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