Pubblichiamo il testo inviatoci da Alfonso Sánchez Hermosilla, anatomopatologo dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università Cattolica di Murcia – UCAM, Spagna, sul recente studio da lui effettuato, insieme ad alcuni collaboratori. Dalla ricerca apparirebbe come Sindone e Sudario di Oviedo, oltre ad altre analogie già individuate in studi effettuati in anni precedenti, presenterebbero uno stesso tipo di ferita specifica: quella inferta dal centurione romano con un colpo di lancia, con dinamiche e caratteristiche anatomiche coerenti con quanto di descrive il Vangelo di Giovanni.
Nel Sudario di Oviedo appare una macchia di sangue cadaverico con un cerchio attorno cagionato da un altro fluido cadaverico compatibile con liquido pleurico e pericardico. Questa macchia può essere stata provocata solo attraverso una ferita aperta nel torace. Questa macchia, morfologicamente, è simile a quella provocata dalla ferita presente sul costato destro della Sindone di Torino. Lo studio anatomico e antropometrico della macchia oggetto di studio nel Sudario di Oviedo, individua la ferita che l’ha causato nella zona posteriore del quarto spazio intercostale destra, tenendo come limite inferiore la quinta costola, come limite superiore la quarta costola, come limite mediale (o interno) la colonna vertebrale, e come limite esterno il bordo interno della scapola destra.
Lo studio medico legale permette di concludere che si trattava di un’arma dotata di punta e di due fili di lama, e che la ferita si è verificata su un cadavere posizionato in posizione verticale, con le braccia poste al di sopra delle spalle, il che è coerente con la posizione di un uomo crocifisso. Dopo aver individuato la posizione anatomica della lesione che ha causato questa macchia sul sudario di Oviedo, è stata individuata una macchia equivalente situata nella stessa regione anatomica sulla Sindone di Torino.
Si tratta di una macchia che ha tutte le caratteristiche necessarie: sangue cadaverica al centro, circondato da altro fluido cadaverico compatibile con liquido pleurico e pericardico. Questa lesione è anche orizzontale (non verticale), come appare nell’immagine frontale del costato destro della Sindone di Torino. Tutti questi risultati sono compatibili con l’ipotesi che un’arma dotata di punta e a doppio taglio penetrò nel costato destro di un uomo crocifisso quando era già morto, attraversò il suo emitorace destro, e la punta dell’arma uscì vicino alla spalla destra.
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