Studiando l’ambiente in cui vivevano, è possibile trovare nel suolo tracce biologiche di ominidi. Tracce che permettono ad esempio di capire quali popolazioni abbiano vissuto nel sito studiato, quanti individui, e altre informazioni, preziose per capire come si sono evolute e quali contatti abbiano avuto tra loro differenti popolazioni di ominidi. Ne parla un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Science il 12 maggio 2017: Neandertal and Denisovan DNA from Pleistocene sediments – Dna di Neanderthal e uomo di Denisova da sedimenti del Pleistocene, pagina 605. L’articolo è firmato dalla ricercatrice Viviane Slon e da un gruppo internazionale di studiosi, provenienti da università e istituti di ricerca di Europa, Russia, Australia.
Con i suoi colleghi la Slon, che lavora al Dipartimento di Genetica Evolutiva del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, ha studiato una pluralità di siti archeologici, analizzando sedimenti di grotte abitate, cercando e individuando materiali genetici, nello specifico Dna mitocondriale, attribuibili ad uomini di Neanderthal e di Denisova. Questo tipo di ricerca consente di effettuare studi più approfonditi di quelli limitati alle ossa che si possono trovare in tali siti archeologici, e soprattutto di ottenere informazioni in antichi insediamenti di ominidi dove però tali reperti, ossa e frammenti, non sono presenti.
Come spiega l’articolo, siti archeologici di questo tipo sono molto numerosi, però proprio a causa della scarsità di reperti fossili è spesso difficile o impossibile capire quali ominidi abbiano occupato uno specifico insediamento. Utilizzando questo tipo di tecnica, tramite un arricchimento mirato del Dna mitocondriale, i ricercatori riescono invece sia ad individuare le tracce specifiche di dna di ominidi, sia a capire anche in quali strati tali tracce non siano presenti, escludendo quindi al contrario la presenza di ominidi.
In particolare gli autori dello studio hanno “individuato il Dna di Neandertal in otto strati archeologici provenienti da quattro grotte in Eurasia”, mentre . nella grotta di Denisova hanno “recuperato il DNA di Denisova in uno strato di Pleistocene medio vicino al fondo della stratigrafia”. Gli stessi studiosi spiegano che il loro “lavoro crea la possibilità di individuare la presenza di gruppi di ominidi nei siti e nelle aree in cui non si trovano residui scheletrici”.
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