Il biologo evoluzionista israeliano, noto per la propria controversa teoria evolutiva, è morto il 12 maggio 2017, all’età di 89 anni. La sua idea del principio dell’handicap, definito anche del segnale onesto, presupponeva che i segnali emessi dagli animali, come dagli esseri umani, siano meglio percepiti e siano considerati più affidabili da chi li osserva – che sia un potenziale partner, o un predatore ad esempio – quanto maggiore è lo sforzo visibile, l’handicap nel caso specifico, per emettere i segnali stessi.
Esempi tipici possono essere i pavoni, per i quali la grandezza della coda è direttamente proporzionale allo sforzo per portarla e esibirla, e all’handicap da ciò derivante. Discorso simili si potrebbe fare per i cervi e gli alci. Ne deriverebbe che nella selezione naturale l’animale con il maggior handicap, verrebbe percepito come più performante, perché maggiore è appunto lo sforzo necessario per gestire l’handicap stesso, maggiore è quindi la prestanza fisica e la forza del soggetto.
Zahavi aveva presentato le proprie ipotesi nel 1975 e le aveva esposte nel libro The Handicap Principle: A Missing Piece of Darwin’s Puzzle – scritto con sua moglie Avishag Zahavi, sua collaboratrice nella ricerca e anche lei docente all’università di Tel Aviv – tradotto in Italia e pubblicato nel 1997 da Einaudi, con il titolo Il principio dell’handicap. La logica della comunicazione animale, ISBN 8806144790.
Nato il 1 gennaio del 1928 a Petah Tiqwa, Israele, Zahav aveva ottenuto il proprio Ph.D all’università di Tel Aviv nel 1970. Per i proprio studi e le loro implicazioni sul comportamento e la comunicazione tra esseri viventi, nel 2011 aveva ricevuto l’International Fyssen Prize per l’evoluzione della comunicazione sociale. Era tra i fondatori dell’Associazione per la protezione della Natura in Israele – Society for the Protection of Nature in Israel – SPNI.
Inizialmente molto controversa, ricevendo forti critiche in particolare anche da John Maynard Smith, la teoria del principio dell’handicap di Zahav è stata progressivamente accettata in ambiti scientifici, e ha avuto la definitiva consacrazione la Teoria dei giochi, e specificamente il modello del Gioco di segnalazione di Alan Grafen, l’hanno corroborata.
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