Lo scienziato italiano, molto noto per la propria attività scientifica e, più recentemente, anche per quella di divulgazione, è morto improvvisamente ieri sera, mercoledì 24 maggio 2017, all’età di 73 anni. Era a Madrid per questioni professionali. L’astrofisico era nato a Desio, in provincia di Monza e Brianza, il 10 aprile del 1944. Si era laureato in Fisica nel 1968 all’Università di Milano, e aveva iniziato ad occuparsi di ricerca spaziale.
Era divenuto ricercatore del CNR – Consiglio Nazionale Ricerche. Dal 1988 al 1997 era stato nominato Principal Investigator della missione XMM – Newton dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. Il 16 marzo del 2007 era diventato presidente dell’ASI – l’Agenzia Spaziale Italiana, ruolo che aveva tenuto fino al 1 agosto del 2008. Nel 2010 era stato il primo italiano ad essere nominato presidente del COSPAR – Comitato per la Ricerca Spaziale, da lui presieduto fino al 2012.
Come fisico e astrofisico era internazionalmente conosciuto, sopra tutto per le ricerche durate venti anni e che lo hanno portato ad identificare e capire la struttura fisica di Geminga, prima stella di neutroni senza emissione radio. Dal 10 agosto del 2011 al 16 ottobre 2015 aveva presieduto anche l’INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica. Era stato anche professore di Astronomia e Astrofisica allo IUSS – Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia.
Era divenuto noto come divulgatore grazie a Piero Angela e alla sua trasmissione Superquark, di cui era divenuto un ospite fisso. Aveva scritto numerosi articoli e libri, sia scientifici che divulgativi. Tra i volumi citiamo il primo pubblicato nel 2001 a Milano da Mursia: La Storia nello Spazio; L’esplorazione dello spazio, Il Mulino, Bologna, 2006; I marziani siamo noi, Zanichelli, Milano, 2010.
Era sposato con l’astrofisico Patrizia Caraveo, attuale direttrice dello IASF di Milano, una struttura dell’INAF. Nichi D’Amico, presidente INAF, sul sito dell’Istituto ha così commentato la morte di Bignami: “Si tratta di una grave e inaspettata perdita per la Comunità”. Ricordandolo come “un personaggio e un amico autorevole, un instancabile artefice di tanti successi dell’astrofisica italiana”.
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