Si è svolto il 26 maggio scorso a Paranal, nel nord del Cile, l’evento ufficiale per la posa della prima pietra dell’Extremely Large Telescope, un progetto internazionale dell’ESO – Osservatorio Europeo Meridionale – European Southern Observatory. Alla cerimonia per la prima pietra, che ha così segnato l’inizio dei lavori per la realizzazione dell’ELT, era presente Michelle Bachelet Jeria, presidente della nazione sudamericana.
“Con l’inizio simbolico di questi lavori di costruzione – ha affermato la Bachelet – stiamo realizzando più di un telescopio: è una delle più grandi espressioni delle capacità scientifiche e tecnologiche e dello straordinario potenziale della cooperazione internazionale”. Al progetto, oltre all’unione europea e al Cile, che tra l’altro ha donato il sito dove sorge l’Osservatorio, collaborano infatti istituzioni, aziende e ricercatori di paesi membri dell’Eso.
I numeri dell’Elt sono da record: avrà uno specchio principale di 39 metri di diametro, e sarà collocato in una cupola rotante che avrà un diametro di 85 metri, e arriverà così a coprire, hanno precisato gli organizzatori, una superficie simile a quella di un campo di calcio. Con un progetto che utilizzerà le tecnologie più recenti e sofisticate, sarà il più grande telescopio ottico / infrarosso al mondo.
Nel corso della cerimonia il direttore generale dell’Eso, Tim de Zeeuw, ha ringraziato il Presidente Bachelet e il governo cileno, sottolineando che “L’Elt produrrà scoperte che oggi non possiamo immaginare e sicuramente ispirerà numerose persone in tutto il mondo” Portando grandi vantaggi per “la scienza, la tecnologia”, e per la possibilità di capire “il nostro posto nell’universo”. L’Elt porterà inoltre “grandi vantaggi vantaggio agli Stati membri dell’ESO, al Cile e al resto del mondo”.
Mentre Patrick Roche, presidente del Consiglio dell’Eso, ringraziando i presenti e i partecipanti al progetto, ha affermato: “Questa è una pietra miliare nella storia dell’Eso, l’Elt sarà il telescopio più potente e ambizioso di questo tipo. Abbiamo raggiunto questo punto grazie agli sforzi, durati molti anni, compiuti da molte persone negli Stati membri dell’Eso, nel Cile e in altri paesi”.
Durante la cerimonia è stata anche sigillata una capsula del tempo preparata dall’Eso, contenenti una raccolta di fotografie dell’attuale staff dell’Eso, e una copia del libro che descrive i futuri obiettivi scientifici che gli scienziati si aspettano dal telescopio.
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