Il Santo Padre lo ha affermato attraverso un comunicato ufficiale diramato pochi minuti fa dalla Sala Stampa della Santa Sede. Il Pontefice ha infatti chiesto a Giudici, Medici e Autorità di Governo, di “Rispettare il desiderio dei genitori di accompagnare e curare fino alla fine il piccolo Charlie”. Charlie Gard, come noto, avrebbe dovuto essere disconnesso ieri dalle apparecchiature che gli consentono di respirare e di restare in vita.
Mentre i suoi genitori hanno chiesto di dimettere il bambino dall’ospedale dove è assistito attualmente, e di consentire un suo viaggio negli Stati Uniti, dove potrebbe usufruire di cure sperimentali. Medici e responsabili dell’ospedale avevano accordato una proroga alla cessazione delle cure, su cui è in atto un dibattito tra chi le considera accanimento terapeutico, e chi afferma invece la possibilità che la salute del piccolo Charlie possa anche progredire gradualmente nel tempo.
Papa Francesco si era pronunciato tramite Twitter sulla questione già venerdì 30 giugno. Il tweet pubblicato dal suo account ufficiale Pontifex chiedeva infatti di “Difendere la vita umana, soprattutto quando é ferita dalla malattia”, perché “é un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo”. Esprimendo così nuovamente, come ha fatto più volte nel proprio Magistero anche la necessità universale di curare i malati, soprattutto quando sono più vulnerabili.
Preferiremmo evitare di commentare le polemiche infondate di alcuni, se non in alcuni casi strumentali, apparse sul web e sui social network in questi giorni, con critiche anche poco opportune nei modi, verso un presunto silenzio o mancanza di presa di posizione sul caso Charlie Gard e dei suoi genitori da parte del Pontefice e della Santa Sede. Anche il tweet di Papa Francesco, le dichiarazioni del presidente della Pontificia Accademia per la Vita Monsignor Paglia, e della Conferenza Episcopale Inglese, o non venivano considerati, per mancanza persino di informazione, o non giudicati sufficienti.
Come sempre, in realtà, le polemiche non servono certo alla causa del piccolo Charlie, servono al limite a dare un po’ di visibilità ad alcuni di coloro che le attuano. Ciò che è importante è ciò che avviene realmente, come le dichiarazioni di Papa Francesco, della Chiesa e di suoi rappresentanti, e la mobilitazione di tante persone, credenti e non, per sostenere Charlie e i suoi genitori.
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