Lo rivela un recente studio realizzato da Filip Uzarevic e Vassilis Saroglou, ricercatori dell’Università Cattolica di Lovanio, Belgio, e da Magali Clobert, ricercatrice della Stanford University, Stati Uniti. La ricerca ha analizzato e confrontato gruppi di non credenti e di cristiani, complessivamente 788 persone, in tre paesi di cultura laica: Gran Bretagna, Spagna e Francia. Lo studio è stata pubblicato in peer review il 27 aprile 2017 sulla rivista di psicologia Personality and Individual Differences – Personalità e Differenze Individuali.
L’articolo, dal titolo Are atheists undogmatic ? – Gli atei sono non dogmatici ? spiega come, con risultati sostanzialmente omologhi in tutti e tre i paesi, si smentiscano parzialmente alcuni stereotipi culturali e aspettative legati alla fede e all’ateismo o all’agnosticismo. Così, effettivamente atei e agnostici, con risultati paragonabili tra loro, mostrano un atteggiamento meno dogmatico rispetto ai credenti, per ciò che concerne ad esempio la certezza sulle proprie credenze e convinzioni, uno dei tre item considerati dallo studio.
Sorprendentemente, si svelano invece maggiormente dogmatici, mostrandosi intolleranti, verso opinioni o idee differenti dalle loro o che possano contraddire le loro posizioni. Da questo punto vista, il secondo item della ricerca, al contrario i credenti si mostrano più tolleranti, e inoltre, spiega l’articolo “Sembrano meglio percepire e integrare prospettive divergenti”, risultando quindi meno dogmatici anche nel terzo item studiato. Atei e agnostici al contrario sono poco disponibili a considerare e comprendere posizioni differenti dalle proprie.
Filip Uzarevic, uno degli autori della ricerca, ha dichiarato al giornale PsyPost: “Nel nostro studio, il rapporto tra religione e dogmatismo dipendeva dall’aspetto specifico della chiusura mentale”. E mentre solitamente si pensa che le persone non siano meno dogmatiche delle persone religiose, dal punto di vista della disponibilità e capacità di “integrare opinioni che fossero divergenti e contrarie alle proprie prospettive, erano i religiosi che mostravano più apertura mentale. Sintetizzando quindi che il dogmatismo, o la chiusura mentale, non sono caratteristiche “limitate solo ai credenti”. Anzi da alcuni punti di vista, i non credenti possono anche essere peggio del credente “.
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