Così il Segretario di Stato della Santa Sede, parlando delle obiezioni giuridiche mosse dai medici e dai responsabili del Great Ormond Street Hospital di Londra. I sanitari purtroppo si oppongono infatti all’ipotesi che il piccolo Gard, affetto da una sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, una rara malattia genetica, venga trasferito e assistito all’ospedale Bambin Gesù di Roma, evitando così anche il previsto distacco dei macchinari che lo tengono in vita.
Un trasferimento definito dai responsabili della struttura britannica “impossibile per motivi legali, non clinici”. Il Vaticano sta quindi cercando di superare, attraverso colloqui con le autorità britanniche e valutazioni legali, di risolvere questa situazione tecnico – giuridica che aggiunge ulteriore amarezza alla vicenda umana del piccolo Charlie Gard e della sua famiglia.
“Superare questi problemi? Se possiamo farlo lo faremo”, ha infatti affermato il cardinale Pietro Parolin riferendosi agli attuali ostacoli giuridici al trasferimento in Italia di Charlie, spiegando anche che “Il Bambin Gesù è competente per la parte medica”. Domenica scorsa Papa Francesco, in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, aveva chiesto di “Rispettare il desiderio dei genitori di accompagnare e curare fino alla fine il piccolo Charlie”.
Richiesta preceduta la scorsa settimana anche da un tweet sul suo account Twitter ufficiale Pontifex, in cui il Santo Padre chiede di “Difendere la vita umana, soprattutto quando é ferita dalla malattia”, perché “é un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo”. Sulla vicenda c’era stato in questi giorni anche un appello del nuovo presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Monsignor Vincenzo Paglia.
Coerentemente con l’obiettivo di difendere il piccolo Charlie, questa settimana l’Ospedale Bambin Gesù, di proprietà della Santa Sede, ha dato la propria disponibilità ad accogliere il bimbo britannico, disponibilità subito accolta dai genitori, Chris Gard e Connie Yates. “Sono stata contattata dalla mamma di Charlie“, ha infatti dichiarato alla stampa Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù di Roma spiegando di aver parlato telefonicamente con la mamma del piccolo Gard.
Una madre certamente provata, insieme al marito, dal rischio di vedere morire il proprio figlio senza poter far nulla per impedirlo, ma che la stessa Enoc ha definito “molto determinata e molto decisa”, e che “non vuole cedere di fronte a nulla”. Chris e Connie, ha continuato la Enoc, hanno chiesto –”di provare a verificare la possibilità che questa cura venga fatta” affermando anche “i nostri medici e scienziati stanno approfondendo la possibilità”.
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