Il Great Ormond Street Hospital ha ricevuto e esaminato il protocollo di cure sperimentali elaborato dall’equipe internazionale coordinata dal Bambin Gesù. Ha quindi deciso chiedere all’Alta Corte di Giustizia una nuova udienza, che avrà luogo lunedì 10 luglio 2017, e di riesaminare quindi il caso del piccolo Charlie Gard, “alla luce delle richieste relative a possibili altri trattamenti”.
“Siamo molto soddisfatti – ha commentato Connie Yates, madre del bimbo britannico – fiduciosi che Charlie possa avere la sua chance ora”. Arriva quindi, per Charlie Gard e per i suoi genitori, una nuova possibilità di sbloccare la drammatica situazione. Mentre La Santa Sede, stando ad indiscrezioni riportare dal quotidiano britannico The Sun, sarebbe arrivata alla decisione di dare al bimbo britannico la cittadinanza dello Stato Vaticano.
Sarebbe questa una soluzione per superare e risolvere gli eventuali impedimenti di natura legale che impedirebbero il trasferimento di Charlie a Roma, all’Ospedale Bambino Gesù. Mentre negli Stati Uniti era intervenuto sul caso il Presidente Donald Trump, chiedendo anche al premier britannico Theresa May di permettere il trasferimento del piccolo Gard. Dopo di lui un rappresentante del Congresso ha proposto una soluzione simile a quella che sarebbe stata ipotizzata dal Vaticano, attribuendo al bimbo la cittadinanza statunitense.
In un comunicato il Great Ormond Street Hospital ha spiegato la propria posizione e valutazione della situazione, improntata ad uno scetticismo che si mostra però possibilista: “La condizione di Charlie è straordinariamente rara, con drammatici e irreversibili danni cerebrali. I nostri medici hanno valutato e studiato ogni trattamento medico, comprese le terapie nucleosidiche sperimentali”.
L’ospedale britannico ha anche specificato che alcuni “esperti esterni” avevano precedentemente concordato [che ulteriori trattamenti sarebbero inutili e avrebbero “prolungato la sofferenza di Charlie”, ma che alla luce di quanto emerso in questi giorni, e specificamente del protocollo di nuove cure sperimentali, è giusto che i Giudici dell’Alta Corte di Giustizia valutino tale nuova ipotesi.
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