Questo pomeriggio a Londra la Corte Suprema del Regno Unito sta valutando le informazioni sulle terapie sperimentali che potrebbero dare una chance al piccolo Gard e speranza ai suoi genitori, Chris e Connie. Una udienza molto complessa e delicata, al centro dell’attenzione dei mezzi di informazione, e delle tante persone che in queste settimane cercano, attraverso i social, eventi e manifestazioni, di dimostrare la propria solidarietà e il proprio sostegno alla famiglia Gard.
Presieduta dal giudice Nicholas Francis, l’Alta Corte potrebbe decidere di rimandare la decisione a domani, venerdì 14 luglio, o anche successivamente, per poter ascoltare tutti i nuovi elementi e le testimonianze, e avere il tempo necessario per valutarli. La speranza ovviamente è che la Corte esprima parere positivo al trasferimento di Charlie e alla possibilità di attuare le nuove cure sperimentali.
Nell’udienza vengono ascoltati sia membri dell’equipe medica del GOSH – Great Hormond Street Hospital, dove il bimbo britannico è ricoverato, sia i Legali dell’ospedale e della famiglia, sia un esperto dagli Stati Uniti e un analogo esperto italiano. Come era inevitabile, l’emozione sta avendo un peso notevole anche sul dibattito in aula.
Oltre alla voce per la quale Chris Gard e Connie Yates avrebbero lasciato in anticipo l’udienza per le divergenze con il giudice Francis, da parte di alcuni sostenitori del piccolo Charlie vi sarebbero stati insulti e minacce allo staff del GOSH. Una situazione giustamente condannata dal Giudice Francis, che ha anche affermato che farà quanto può perché tali comportamenti vengano indagati e adeguatamente sanzionati.
Ma anche dalle pagine Facebook ufficiali in sostegno del piccolo Charlie si prendono le distanze da tali comportamenti che, come ha sottolineato il giudice Francis, “non aiutano né Charlie, né i suoi genitori”. Mentre Chris e Connie, all’esterno del Tribunale, hanno dichiarato tramite il loro portavoce Alasdair Seton Marsden di voler giustamente continuare a lottare per la vita del proprio bambino, e “di voler continuare a cercare una cura per Charlie, a prescindere dall’eventuale esito dell’udienza”.
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