La missiva è stata pubblicata questa mattina in azienda e esternamente. Nella lettera, SLC CGIL, UILCOM UIL e UGL Telecomunicazioni invitano i lavoratori ad aderire all’astensione dal lavoro proclamata per martedì 31 ottobre 2017, sulle tre sedi di Roma, Sestu, Milano. Anche in questo caso, riportiamo in forma integrale la lettera, che spiega come l’accettare l’attuale situazione e gli attuali licenziamenti e trasferimenti, porta al rischio di creare un grave “precedente”, e di non poter fronteggiare e difendersi adeguatamente da analoghe decisioni aziendali in futuro.
“Care lavoratrici e cari lavoratori, Abbiamo indetto per il giorno 31 ottobre uno sciopero nazionale di tutte le lavoratrici ed i lavoratori di Sky Italia e Sky Network Service. Lo sciopero è indetto per protestare contro il licenziamento e la pesantissima riorganizzazione che sta colpendo centinaia di vostri colleghi. Come Sindacati abbiamo tentato in ogni modo di contrastare e comunque ridurre gli effetti della riorganizzazione aziendale. A nulla sono valse proposte di dettaglio e disponibilità dei singoli colleghi a trovare soluzioni senza che vi fossero licenziamenti e trasferimenti forzati.
Sky, per la prassi utilizzata per i trasferimenti, è già stata condannata per attività antisindacale dal tribunale di Roma, atto che conferma le nostre ragioni e le modalità “arroganti” con cui si muove l’azienda. Nonostante tutto, nonostante l’intervento presso le istituzioni, Sky ha inviato, nelle scorse settimane, 63 lettere di licenziamento ai vostri colleghi. Da parte nostra, per tutelare i vostri colleghi e tutti voi, stiamo facendo di tutto.
Dopo il mancato accordo al Ministero del lavoro e dopo l’invio unilaterale delle lettere di licenziamento, abbiamo Manifestato il 17 ottobre u.s., in occasione dell’incontro tra Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Lazio e Comune di Roma, chiedendo di avere attenzione per quanto accaduto in Sky. Abbiamo inoltrato una ulteriore richiesta al Ministro Calenda per promuovere un tavolo di confronto. Abbiamo unitariamente costituito un collegio di legali per rispondere legalmente all’azienda.
Proprio in queste ore abbiamo depositato un ricorso presso il tribunale di Roma per attività antisindacale, impugnando le modalità con cui l’azienda ha proceduto nei licenziamenti collettivi. Abbiamo dato disponibilità alla tutela legale individuale di tutti i colleghi inseriti in procedura di licenziamento. Ora vi scriviamo perché, al di là delle nostre iniziative, l’azienda in maniera arrogante ritiene che le lavoratrici ed i lavoratori non agiranno solidalmente nei confronti dei colleghi licenziati e non aderiranno allo sciopero nazionale.
Il fatto che pochi giorni fa, proprio mentre si svolgevano le assemblee a Sestu, per spiegare e confrontarci sulle vere motivazioni dello sciopero sia giunta la comunicazione aziendale del pagamento del Premio di Risultato (vogliamo ricordarlo non una elargizione aziendale, ma un accordo raggiunto e sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali) è il messaggio rassicurante a tutti coloro che non sono stati, “OGGI”, toccati personalmente dalla riorganizzazione.
Atto che prova a cancellare l’idea che, tutti voi, compresi quelli trasferiti forzosamente e quelli licenziati, abbiate contribuito alla crescita aziendale ed a realizzare il prodotto che tanti utili elargisce agli azionisti. Sky, al di là, della veste moderna e delle paillettes che mostra all’esterno, è un’azienda che agisce in maniera ottocentesca, pensando di poter gestire il lavoro come fosse una merce, dimenticando le persone. Dimenticando le loro condizioni soggettive e le proprie aspirazioni.
Noi vi chiediamo non solo un gesto di vera solidarietà per i vostri colleghi, ma anche una vera risposta alla protervia di questa multinazionale. Il 31 ottobre, tutti insieme, fermiamo l’azienda. Dimostriamo a Sky, ai suoi azionisti, alle istituzioni di questo Paese che i lavoratori non sono d’accordo con lo strano modo di agire.
Quest’atto ha un costo economico ed un costo nel rapporto con l’azienda, ma crediamo che sia nulla rispetto a ciò che i vostri colleghi licenziati e le loro famiglie stanno vivendo in questi giorni, e nulla rispetto al messaggio di dignità che mandereste all’azienda. Reagire oggi è lanciare un messaggio anche per i comportamenti futuri, se passasse l’idea che tutto si può fare, nessuno sarebbe più sicuro delle proprie condizioni. Il lavoro non è mercimonio. Il 31 Ottobre 2017 Sciopera anche tu.”
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