Nel dibattito tra scienze e religione, la politica dovrebbe avere un ruolo secondario, per quanto importante, dopo scienziati e teologi, e dovrebbe anche capire ciò che la popolazione vuole, eventualmente guidandola verso ciò che realmente può essere meglio per lei e per la nazione. Anche perché, solitamente, i politici non hanno competenze scientifiche, filosofiche o teologiche. Nella vita politica portano però naturalmente, potremmo dire anche giustamente, la propria visione del mondo e la propria fede, quando ne hanno una, o al contrario il proprio agnosticismo o ateismo.
Le situazioni si complicano, anche dal punto di vista mediatico, come avvenuto in Canada pochi giorni fa, quando ad esprimersi nettamente sull’equilibrio tra fede e scienza è un politico ai più alti livelli dello Stato, che per di più è anche un’ingegnere e una ex astronauta. Quindi una persona che per ruolo istituzionale, e per ruoli pubblici e professionali precedenti, non può non avere un grande peso con la propria opinione su come scienza e fede dovrebbero dialogare, o forse più correttamente non dialogare, come sembra in questo caso.
Dopo essere stata una astronauta, specialista in missioni dello Space Shuttle, Julie Payette è infatti diventata un politico, e dall’ottobre del 2017 è divenuta Governatore generale del Canada. Pochi giorni fa, parlando alla nona convention annuale per le politiche scientifiche canadesi, ad Ottawa Payette ha parlato di varie questioni rilevanti, tra cui i cambiamenti climatici, le fake news, e come accennato, il rapporto tra fede e scienza, con un intervento molto diretto, che sta sollevando numerose critiche.
“Si può credere che ancora oggi – ha affermato nella prima parte del suo intervento, parlando delle tante bugie sul riscaldamento globale – nella società dell’apprendimento, nelle sedi istituzionali del governo, purtroppo stiamo ancora discutendo e si continua a mettere in dubbio che gli esseri umani abbiano un ruolo riscaldamento della terra ?” Una frase che alcuni scienziati, e tanti politici e imprenditori non condivideranno, ma che ovviamente non ha sollevato particolari polemiche.
La seconda parte del suo intervento, come accennavamo, ha virato però su questioni di fede e scienza, in particolare sul rapporto tra creazione e evoluzione: “E ancora stiamo discutendo – ha affermato – e ancora domandando se la vita sia un intervento divino o se sia derivata da un processo naturale, per non parlare, oh per favore, da un processo casuale … “.
Il Governatore è intervenuto poco dopo, giustamente, sulle bufale mediche e sugli oroscopi e l’astrologia: “E tante persone – sono sicura di sapere molti di loro – credono ancora, vogliono credere, che forse prendere una pillola di zucchero curerà il cancro, se lo farai ! E che la personalità di ogni singola persona presente qui in sala può essere determinata guardando il moto dei pianeti e costellazioni inventate”.
Ma è ovviamente l’intervento sulle Sacre Scritture e l’evoluzione quello che sta facendo maggiormente discutere e ha scatenato il dibattito mediatico. Molti si sono infatti interrogati se sia corretto che una persona con un ruolo istituzionale così importante, entri direttamente su tali tematiche. Lo ha fatto ad esempio Rex Murphy sul National Post, intitolando “Il governatore generale nomina se stesso arbitro su questioni di fede e scienza.”
Chiedendo subito dopo a Payette: “In questo Canada meravigliosamente diverso che la signora Payette ora rappresenta, è stata la sua intenzione di ridicolizzare le credenze religiose di così tante fedi le cui cosmologie prevedono una creazione divina?” Voci critiche sono arrivate anche da altri giornali, come il Toronto Sun, per il quale il Governatore generale è andato oltre le proprie competenze.
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