Il 24 novembre del 1859 veniva pubblicato a Londra dall’editore John Murray il volume L’origine delle specie, lo studio più importante sulla teoria evolutiva degli esseri viventi. Ne era autore il naturalista e botanico britannico Charles Robert Darwin, considerato insieme al naturalista gallese Alfred Russell Wallace il padre della moderna teoria dell’evoluzione. Nato il 12 febbraio del 1809 a Shrewsbury, nella contea di Shropshire, Inghilterra, Darwin si era laureato a Cambridge, dove aveva studiato botanica, geologia, insieme a studi teologici e di filosofia. Numerosi in questi giorni gli eventi internazionale per ricordarlo.
Darwin aveva studiato la selezione degli esseri viventi in condizioni di vita selvatica, durante il suo famoso viaggio a bordo del brigantino Beagle. Prima di questa spedizione scientifica aveva trascorso numerosi anni nello studio delle piante coltivate e degli animali domestici. Oggi, a quasi 160 anni dalla pubblicazione de L’Origine delle Specie e a quasi 210 anni dalla nascita di Darwin si parla purtroppo ancora di una presunta inconciliabilità tra teorie evolutive e religione cattolica, tra scienza e fede in un Dio creatore. A 207 anni dalla sua nascita, e 157 anni dalla pubblicazione della sua teoria sull’evoluzione delle specie nel volume L’origine delle specie, nel 1859, non è infatti ancora possibile superare la presunta incompatibilità tra la scienza, ovvero la teoria dell’evoluzione, e la fede in un Dio creatore.
Il dibattito su tale questione è anzi tra quelli che attirano l’attenzione del pubblico e conquistano la scena mediatica. Coinvolgendo intellettuali fortemente e dichiaratamente antireligiosi come il giornalista e saggista Christopher Hitchens o l’etologo Richard Dawkins, che negano – spesso in modi anche strumentalmente partigiani – e con argomentazioni che a volte più che scientifiche sono filosofiche o di metodo – possa esservi compatibilità tra teorie evolutive e religione, tra ragione e fede. Il dibattito è talmente acceso e complesso, che preferiamo ricordare come religione e teologia non neghino ormai la scienza.
Sono invece solo una diversa e complementare visione dell’uomo, degli esseri viventi, del mondo e dell’universo, di cui la religione spiega il senso e la finalità. Con una interpretazione delle Scritture che non è più letterale come poteva forse essere secoli fa, ma senza negare i fondamenti della fede è ugualmente in evoluzione coerentemente con gli sviluppi della scienza, come lo sono i viventi e la scienza stessa.
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