La notizia della sperimentazione realizzata da alcuni scienziati dell’università della California Davis, e annunciata al meeting della American Association for the Advancement of Science di Austin, Texas, sta suscitando sorprese e reazioni – decisamente non tutte favorevoli, anzi – dal mondo scientifico, dalla società civile e dallo stesso Vaticano, che ha espresso forte contrarietà e preoccupazioni. Inoltre è ancora da dimostrare che embrioni chimera come quelli prodotti dai ricercatori della Davis, portino effettivamente alla possibilità di coltivare organi trapiantabili, e senza rischi di rigetto o di patologie anche gravi.
Gli embrioni chimera sono stati realizzati introducendo cellule staminali umani in embrione di pecora nelle prime fasi di vita.
Nelle scorse settimane aveva suscitato sensazione e proteste la notizia della clonazione in Cina di due scimmie, tramite la stessa tecnica utilizzata per la pecora Dolly. Inoltre precedentemente alcuni scienziati avevano già sviluppato ibridi di suino umano, senza però riuscire ad oggi ad utilizzarli per sviluppare organi umani.
Per Roberto Colombo, professore della Pontificia accademia per la vita, le ricerche che hanno portato alla creazione di embrioni pecora – uomo, “sono moralmente inaccettabili”, e “nessuno scopo anche molto positivo”, come quello ventilato di facilitare i trapianti di organi – può giustificarle eticamente”. Sono inoltre “state sollevate numerose perplessità da altri studiosi sul destino di queste cellule pluripotenti nel corpo embrionale in sviluppo dell’animale: esse potrebbero generare colonie di cellule predifferenziate e differenziate anche in organi diversi da quelli attesi per il trapianto, non escluso il cervello, suscitando gravissime preoccupazioni antropologiche ed etiche”.
Per il genetista Bruno Dallapiccola – fonte Sir – direttore scientifico dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, quella degli embrioni ibridi umani – animali rappresenta “ una strada il cui traguardo non sarà così immediato da raggiungere. Se dovesse essere raggiunto lo sarà tra qualche lustro”. Il genetista non vede inoltre decisamente “l’utilità di questi esperimenti”, e quello di questi giorni appare “sicuramente un annuncio prematuro”, perché “per raggiungere l’obiettivo che si pongono” i ricercatori “il rapporto tra cellule umane e pecora doveva essere potenziato di 100 volte”.
Inoltre “le cellule messe all’interno delle pecore devono essere riprogrammabili nella maniera giusta per diventare degli organi. E anche questo è tutto da verificare. C’è poi un altro problema: l’eventuale rischio di trasmissione d’infezione da parte dell’animale”. Ad oggi appare quindi più semplice e sicuro “potenziare la donazione di organi e favorire i trapianti”
Altra voce dissonante dagli entusiasmo di alcuni studiosi, giornalisti e altri intellettuali, è quella di Gian Luigi Gigli, medico e attuale presidente del Movimento per la vita italiano. “Il trapianto d’organo – afferma infatti – merita molta attenzione da parte della comunità scientifica e civile per il gran numero di vite umane che salva, ma quanto sta accadendo va al di là del gesto d’amore e di solidarietà. Stiamo, infatti, andando verso un tentativo, ancora molto azzardato, di creazioni di esseri ibridi per una produzione in larga scala di un ‘prodotto’ che non tiene conto dei rischi per l’uomo stesso come specie”.
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