Sulla questione è intervenuto in questi giorni monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, di cui il fisico britannico era membro dal 1986. Lo era diventato subito dopo uno dei peggiori anni della sua vita, il 1985: quando i medici, come lui stesso aveva raccontato nel documentario Hawking del 2013, “offrirono a Jane – la sua prima moglie – la possibilità di spegnere le macchine”. Le sue condizioni di salute si erano infatti pesantemente aggravate, aveva contratto una polmonite e si trovava in stato di coma farmacologico.
Jane però aveva rifiutato l’idea di far morire il marito, certa che sarebbe riuscito a migliorare e a tornare anzi a Cambridge per lavorare alle proprie ricerche. Raccontava Hawking nello stesso film: “le settimane di terapia intensiva che seguirono furono le più dure della mia vita ma poi tornai davvero…”. Da allora, grazie alla fede della moglie, è vissuto per altri 32 anni. Tre decadi dedicate alla scienza e ad investigare le origini dell’universo e le leggi che lo regolano, cercando quella che lui definiva la Teoria del Tutto: una teoria universale che possa spiegare tutti i fenomeni fisici.
Quanto al presunto ateismo di Stephen Hawking, certamente il suo approccio non era di ostilità verso la Chiesa o la religione. Non possiamo dire che fosse un uomo dotato di una fede in senso tradizionale, ma secondo monsignor Sanchez Sorondo, che ha avuto modo di incontrarlo più volte, “il suo rapporto con l’idea di Dio era in stretta connessione con il suo essere scienziato ma non era ateo”. Anzi, racconta il cancelliere delle Pontificia Accademia delle Scienza, quando incontro il Papa emerito Benedetto XVI “volle farsi benedire, esistono anche delle bellissime fotografie. A Ratzinger disse che era venuto in Vaticano apposta per approfondire il tema del rapporto tra scienza e fede, che all’epoca era al centro di una enciclica”.
Con Papa Francesco l’incontro era stato più breve – anche per le condizioni di salute di Hawking – e era avvenuto nel novembre del 2016, quando il fisico aveva partecipato all’Assemblea plenaria della pontificia accademia delle scienze e ad un’udienza con il Pontefice. Papa Francesco, racconta Sanchez Sorondo “era contento di conoscerlo, gli diede il benvenuto con tanto affetto”. Il Cancelliere dichiara di non essere convinto dell’ateismo di Hawking, che però più volte aveva dichiarato di non credere e di essere appunto ateo: “Egli diceva che Dio non si può mettere in relazione alle cose che non si possono spiegare – racconta infatti Sanchez Sorondo – e in ogni caso non lo metteva in relazione all’origine dell’universo. Il suo approccio a questo argomento era positivista”.
Se mai Hawking “era contrario all’idea di un Dio che viene coinvolto ogni volta che non si può spiegare qualcosa. Di sicuro non voleva dare una spiegazione alla cosmologia religiosa perche’ diceva che l’origine di tutto è un problema filosofico, non scientifico. Affermava: «Io devo dare una spiegazione alle cose che vedo». Un approccio in equilibrio tra ragione e fede, che però “purtroppo è stato inteso dai giornalisti come una professione di ateismo. Un po’ riduttivo. Ma io non credo fosse ateo, sia per la fedeltà verso l’Accademia sia per l’interesse per il dialogo con i Pontefici”.
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