In realtà religione e ricerca scientifica possono essere in equilibrio, come mostrano pure eventi e ricorrenze di questo mese di maggio
Scienza e fede, due domini di conoscenza per alcuni incompatibili e in perenne conflitto. Il primo di questo mese, nella festa del lavoro e dei lavoratori, ricorre però l’anniversario della nascita di un uomo che ha dimostrato l’inconsistenza di tale conflitto. Pierre Teilhard de Chardin: paleoantropologo, geologo e sacerdote gesuita. Un religioso che non aveva difficoltà a studiare le teorie evolutive, e a considerarle credibili e compatibili con la religione.
Perché nell’evoluzione non vedeva la negazione delle sacre scritture, dell’esistenza di Dio, e degli esseri umani come sua creazione. Vedeva anzi ciò che meglio spiegava la natura, la nascita e lo sviluppo delle forme di vita. Con un naturale equilibrio tra scienza, fede, ragione. E anziché negare poteva meglio armonizzare, le ricerche e le teorie scientifiche con l’esistenza di Dio creatore, con Cristo e la sua parola.
Questo mese un evento al Grove City College, in Pennsylvania, Stati Uniti, vedrà invece il discorso di un altro credente. Che ha dedicato la propria vita alla scienza, la tecnologia, e all’esplorazione spaziale. Jeffrey Williams, l’uomo americano con il maggior numero di ore di volo nello spazio. Di religione cristiana, Williams ha spesso affermato – vedi pure questa intervista – di non vedere alcuna incompatibilità tra la propria fede e il lavoro per la Nasa.
Spiegando pure che molte persone di fede cristiana lavorano per l’Agenzia spaziale americana, o per altre organizzazioni governative o scientifiche. E che le sue attività, come militare o come astronauta per la NASA, sono sempre “state perfettamente compatibili con le Sacre Scritture”, e con la sua fede cristiana. Un altro grande astronauta che ha testimoniato la propria fede era John Glenn, morto purtroppo nel dicembre 2016 all’età di 85 anni.
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