Una visione globale della bioetica “contro il lavoro sporco della morte, sostenuto dal peccato”. Così Papa Francesco nel suo discorso alla Pontificia Accademia per la Vita
Il Santo Padre lunedì 25 giugno 2018 ha incontrato in udienza, nella sala Clementina, i partecipanti alla 24ma Assemblea Generale della Pontificia Accademia, e alla conferenza internazionale Born equal ? A global responsibility – Nati uguali ? Una responsabilità globale. Il Pontefice ha salutato i presenti, dal presidente Arcivescovo Vincenzo Paglia, che ha ringraziato “per avermi presentato questa Assemblea Generale, nella quale il tema della vita umana verrà situato nell’ampio contesto del mondo globalizzato in cui oggi viviamo”. Ha anche rivolto un particolare “saluto al Cardinale Sgreccia, novantenne ma entusiasta, giovane, nella lotta per la vita”; ringraziandolo per tutto ciò “che ha fatto in questo campo e per quello che sta facendo”.
Ho avuto la preziosa opportunità di partecipare all’evento, e di salutare, ringraziare e incontrare personalmente il Santo Padre, che ha voluto regalare tale possibilità a tutti i partecipanti all’udienza. Sono riuscito anche a salutare e ringraziare l’arcivescovo Georg Gänswein prefetto della Casa Pontificia. E a parlare con monsignor Vincenzo Paglia, presidente della PAV. Che mi ha accordato un’intervista, su temi di eugenetica e del lavoro, subito dopo la conferenza stampa di presentazione dell’evento.
Oggi cominciamo a raccontarvi l’evento
Pubblichiamo da oggi una copertura approfondita dell’Assemblea e della conferenza. Per il momento citiamo il testo iniziale del discorso di Papa Francesco in udienza. “La sapienza che deve ispirare il nostro atteggiamento nei confronti dell’ecologia umana è sollecitata a considerare la qualità etica e spirituale della vita in tutte le sue fasi. Esiste una vita umana concepita, una vita in gestazione, una vita venuta alla luce, una vita bambina, una vita adolescente, una vita adulta, una vita invecchiata e consumata – ed esiste la vita eterna. Esiste una vita che è famiglia e comunità, una vita che è invocazione e speranza. Come anche esiste la vita umana fragile e malata, la vita ferita, offesa, avvilita, emarginata, scartata. È sempre vita umana. È la vita delle persone umane, che abitano la terra creata da Dio e condividono la casa comune a tutte le creature viventi”.
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