La rivista scientifica Nature pubblica un numero speciale su “dieci stelle della scienza nell’Asia orientale”
Dieci ricercatori che con il proprio lavoro stanno contribuendo allo sviluppo della scienza in aree disciplinari molto distanti tra loro. E alla sua applicazione in settori importanti della società e dell’economia, e al modo in cui viviamo. “Il lavoro di questi ricercatori – afferma infatti Nicky Phillips, bureau chief di Nature Asia – Pacific – esemplifica la crescente capacità scientifica dell’Asia orientale. Le loro scoperte non solo migliorano la reputazione di queste regioni, ma aiutano a migliorare la vita attraverso i progressi della salute, dell’agricoltura e della tecnologia”.
Le ricerche di Huey Jen Jenny Su, a Taiwan, hanno ad esempio contribuito a convincere le istituzioni ad emanare nuove norme e regolamenti per limitare e ridurre gli inquinanti indoor. Una forma di inquinamento sempre più aggressiva e subdola. Mentre gli studi di Jingmei Li a Singapore, sui fattori di rischio per il cancro al seno nelle donne, contribuiscono a perfezionare e rendere più efficaci e tempestive le diagnosi. Loh Kian Ping a Singapore, “ha progettato modi per far crescere il grafene su wafer di silicio. Ciò potrebbe aiutare in applicazioni industriali come il miglioramento delle comunicazioni ottiche”.
Gli innovativi studi di Narry Kim in Corea del Sud, su piccole molecole di RNA che regolano l’espressione genica, sono stati definiti “pionieristici”. Yvonne Ai Lian Lim ha lavorato per oltre venti anni a ridurre le infezioni parassitarie tra le popolazioni indigene della Malesia. In ambiti simili, si occupa di malattie infettive Malik Peiris. Ad Hong Kong contribuisce con le proprie ricerche alla lotta verso “agenti patogeni emergenti che minacciano la popolazione globale”. Mentre l’ingegnere Suzana Yusup in Malesia trasforma i rifiuti agricoli in biocarburanti e “ha sviluppato pesticidi più sicuri basati su composti vegetali”.
Vivian Yam, chimico ad Hong Kong, sta studiando diodi organici a emissione di luce, che potrebbero perfezionare e rendere più efficienti gli schermi televisivi. A Taiwan Lin Shan Lee ha sviluppato un software di riconoscimento vocale in cinese mandarino. Sta attualmente lavorando al suo utilizzo per avere una versione parlata di Google. Jin Soo Kim in Corea del Sud ha invece contribuito a sviluppare ulteriormente la tecnica di modifica del gene CRISPR. Tecnica che come spiegato precedentemente presenta numerose e delicate implicazioni etiche. Il suo obiettivo è utilizzarla in agricoltura per modificare il genoma di piante usate nelle coltivazioni, aumentandone la resa e la resistenza. Questo il link all’articolo Nature, Science stars of East Asia, DOI: 10.1038 / d41586-018-05506-1. Questo il link al numero speciale integrale, Hubs of Asian science.
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