La velocità di Oumuamua, il primo oggetto interstellare a visitare il nostro sistema solare, è aumentata in modo imprevisto
L’immagine dal sito Nasa – credits NASA / ESA / STScI – ci mostra Oumuamua che si dirige verso la periferia del nostro sistema solare. Sulla natura, le caratteristiche chimico fisiche, e la forma di questo corpo celeste, il primo individuato a provenire da altri sistemi solari, sono state avanzate molte ipotesi. Da un atipico asteroide, ad un corpo stellare costituito di materia oscura, fino all’ipotesi che possa essere una sonda aliena. Al punto che Il progetto Breakthrough Listen e il SETI Institute hanno cercato eventuali segnali radio emessi da Oumuamua. Il sito Nasa in questi giorni ci spiega che “la complessa rotazione dell’oggetto rende difficile determinarne la forma esatta”.
Inoltre Oumuamua, invece che un asteroide, potrebbe essere una cometa, stando agli ultimi studi effettuati su questo oggetto interstellare. Grazie ad osservazioni astronomiche effettuate sia tramite il telescopio spaziale Hubble della NASA, sia tramite telescopi sulla Terra, sono stati infatti rilevati un aumento di velocità e un cambiamento di traiettoria di Oumuamua. “Le nostre misurazioni di alta precisione della posizione di Oumuamua hanno rivelato che c’era qualcosa che influenzava il suo movimento oltre alle forze gravitazionali del Sole e dei pianeti”, ha affermato Marco Micheli. Il ricercatore lavora allo Space Situational Awareness Near Earth Object Coordination Centre dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea. È inoltre l’autore principale di uno studio che descrive queste recenti scoperte dell’equipe.
Getti di materiale gassoso dalla superficie di Oumuamua
Mentre il coautore della ricerca, Davide Farnocchia, ha spiegato che “questa ulteriore sottile forza su Oumuamua è probabilmente causata da getti di materiale gassoso espulsi dalla sua superficie”. E che “questo stesso tipo di degenerazione influenza il movimento di molte comete nel nostro sistema solare.” Farnocchia, ricercatore al Center for Near Earth Object Studies – CNEOS del Jet Propulsion Laboratory – JPL della NASA, ha studiato la traiettoria di Oumuamua. Verificandone la compatibilità con il tipico comportamento di una cometa, che quando viene riscaldata dal solo emette grandi quantità di gas e di polvere
Un comportamento imprevisto
Per Olivier Hainaut, dell’ESO – European Southern Observatory, “non vi erano segni visibili di degenerazione da parte di Oumuamua, quindi queste forze non erano previsti”. La nota ufficiale spiega anche secondo gli scienziati che stanno lavorando al corpo celeste, “il degassamento di Oumuamua potrebbe aver prodotto una piccolissima quantità di particelle di polvere – abbastanza per dare all’oggetto un piccolo calcio avanti in velocità, ma non abbastanza da essere rilevato”.
Mentre Karen Meech, dell’Istituto di Astronomia della University of Hawaii, altra coautrice del documento, ipotizza che Oumuamua stia perdendo durante il proprio viaggio interstellare, piccoli granelli di polvere, tipicamente presenti sulla superficie delle comete. “Più studiamo Oumuamua, più diventa eccitante”, ha affermato Meech. Dichiarandosi anche “stupita di quanto abbiamo appreso da una campagna di osservazione breve e intensa” e di essere impaziente che “arrivi il prossimo oggetto interstellare”. Attualmente Oumuamua si sta allontanando dal Sole ad una velocità di circa 70.000 miglia orarie, e si sta avvicinando a Giove. Tra circa quattro anni, dovrebbe oltrepassare l’orbita di Nettuno, e tornare nello spazio interstellare.
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