Lo dimostrerebbe uno studio sulle macchie di Sangue sulla Sindone, realizzato dall’antropologo forense Matteo Borrini dell’università John Moores di Liverpool, e dal chimico Luigi Garlaschelli del Cicap
Ai credenti rimarrebbe quindi solo la fede in quella che considerano la più importante reliquia del cristianesimo. Il condizionale però è obbligato anche in questo caso, come già avvenuto per altre ricerche precedenti di vario tipo. Ricerche che per gli autori o per i media in alcuni casi avrebbero svelato con la scienza l’autenticità del Sacro Telo. In altri casi avrebbero invece dimostrato che si trattava di un falso storico. Lo stesso Garlaschelli aveva già realizzato con il Cicap – Comitato per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze altri esperimenti.
Con i quali aveva dichiarato di aver finalmente confutato l’autenticità della Sindone. Senza però in realtà arrivare a conclusioni scientifiche definitive, come spiegheremo meglio in questo articolo. Questa nuova ricerca è stata pubblicata sul Journal of Forensic Sciences, rivista scientifica che si occupa di scienza forense. Per Borrelli e Garlaschelli solo la metà delle macchie di sangue presenti sul Sacro Lenzuolo sarebbero compatibili con l’ipotesi che abbia avvolto il corpo di Gesù. O comunque che abbia avvolto il corpo di un uomo morto per crocifissione dopo essere stato flagellato.
La ragione ? Per i due ricercatori, le macchie di sangue inspiegabili non sarebbero coerenti con le ferite subite da Gesù. Nè con la posizione del suo corpo avvolto nella Sindone e deposto nel Sepolcro. Per verificarlo, lo stesso Garlaschelli si è reso volontario per simulare in laboratorio le possibile ferite, i relativi sanguinamenti, e il modo in cui il sangue si sarebbe distribuito e rappreso sul corpo di Cristo e sul Sacro Telo. In realtà sono stati riprodotti solo il sanguinamento dal dorso delle mani e dal costato. Ne parleremo ulteriormente questa settimana.
Le ipotesi avanzate da Garlaschelli e Borrini nel 2014
Luigi Garlaschelli già nel 2014 aveva condotto con Matteo Borrini degli studi sul Sacro Telo e sulla posizione dell’uomo della Sindone. Traendone la discussa conclusione che Gesù sarebbe stato crocifisso con le braccia sollevate.
Studio sulla Sindone: Gesù crocifisso con le braccia in alto ?
La presunta riproduzione della Sindone del 2009
Nel 2009 Garlaschelli aveva dichiarato di aver riprodotto con il Cicap l’immagine della Sindone di Torino, utilizzando materiali e metodi che erano disponibili nel 14mo secolo. Ciò sarebbe stato sufficiente per dimostrare la datazione medioevale del Sacro Telo.
La presunta prova storica: Pio XI ne avrebbe negato l’autenticità
Garlaschelli aveva inoltre attribuito a papa Pio XI una affermazione di negazione dell’autenticità della Sindone. Affermazione che sarebbe stata espressa in una lettera al cardinal Fossati: «Abbiamo seguito personalmente gli studi sulla S. Sindone e ci siamo persuasi della non autenticità. Si sono fatte opposizioni, ma non reggono» – Conclusioni, 132 -. In realtà questa frase conteneva a quanto pare un “non” di troppo, assente nel testo originale. E non era coerente con la fede di Papa Pio XI nell’autenticità del Sacro Telo, e con il suo esplicito sostegno a tale ipotesi.
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