Lo studio realizzato da Garlaschelli e Borrini sulla Sindone, per Alfonso Sánchez Hermosilla, Medico Forense e Antropologo Forense, non è scientificamente credibile
Abbiamo intervistato Hermosilla per avere un autorevole parere medico scientifico su questa ricerca di Garlaschelli, Borrini e del Cicap. Ricerca che per gli autori avrebbe dimostrato la falsità di metà della macchie di sangue presenti sul Sacro Telo. Nell’intervista Hermosilla critica l’esperimento realizzato dai due esponenti del Cicap. Disconfermandone anzi, a proprio parere, la corretta scientificità. Ciò a suo avviso dipenderebbe da errori metodologici, e dalla mancanza di sufficiente esperienza specifica degli autori in campo anatomo patologico.
Come valuti complessivamente l’articolo con cui Borrini e Garlaschelli presentano il loro studio ?
Ne parlo in un articolo pubblicato proprio oggi. La ricerca del Cicap a mio avviso presenta numerosi errori formali e concettuali che la allontanano dall’avere una reale credibilità scientifica. Le ragioni sono molteplici. In primo luogo nessuno dei suoi autori è un medico legale. Quindi entrambi mancano dell’esperienza forense e delle conoscenze tecniche necessarie per affrontare con successo una indagine forense di questo tipo, studiando macchie di sangue umano. Inoltre gli esperimenti – questione fondamentale – non sono stati condotti su di un cadavere.
Sono stati invece utilizzati due surrogati, per così dire. Il primo è un essere umano vivo, sano e senza ferite traumatiche. Lo stesso Garlaschelli, che si è prestato come volontario. Inoltre è stato utilizzato un manichino che assomiglia vagamente a un torso umano. In entrambi i casi, non si trattava quindi né di un essere umano vivente che abbia subito le stesse ferite e con la stessa tempistica dell’Uomo della Sindone. Né un corpo – un cadavere – che possa soddisfare gli stessi requisiti. Quindi l’esperimento non riproduce, né simula approssimativamente le circostanze in cui furono prodotte le macchie di sangue sul Sacro Telo.
Inoltre, il soggetto volontario su cui è stato eseguito l’esperimento, non presentava peli cutanei sugli avambracci. Così almeno appare dalle fotografie pubblicate con l’articolo. Invece l’uomo della Sindone potrebbe avere dei peli sul braccio, oppure no, non lo sappiamo. Non abbiamo sufficienti dati scientifici su tale questione. Però certamente, nel caso in cui li avesse avuti, certamente i peli avrebbero ostacolato il passaggio di qualsiasi tipo di fluido. E ne avrebbero modificato la traiettoria. Anche questi elementi non sono stati considerati nella ricerca del Cicap. Penso che avrebbero invece dovuto essere considerati, per correttezza scientifica.
Hai accennato a caratteristiche del sangue utilizzato nell’esperimento, differenti dal sangue dell’uomo della Sindone
L’esperimento è stato effettivamente realizzato con sangue umano da donatore. Però con anticoagulante e conservato al freddo, quindi in situazioni e con caratteristiche non tipicamente fisiologiche. Inoltre il sangue scorre attraverso l’ago in una cannula, mentre il volontario è immobile. Quindi non hanno potuto studiare in modo realistico il flusso e la coagulazione di sangue vivo che scorre da una ferita aperta. Nella realtà della Crocifissione – o comunque in casi di sofferenze e ferite simili – c’è il battito del cuore che spinge il sangue, non lo scorrimento più o meno verticale e per gravità in un tubicino. E c’è una persona che si muove, soffre e lotta, e respira in modo affannoso e agitato. Questo è lo scenario prevedibile per la Crocifissione e la morte dell’uomo della Sindone.
Inoltre come accennavo in questa intervista e come ho spiegato nel mio articolo, le qualità fisiche e chimiche del sangue con anticoagulante sono molto diverse dal sangue vivo reale, ovvero senza anticoagulante. Cambiano soprattutto la sua viscosità e tensione superficiale. Quindi il loro comportamento come fluidi è molto differente. D’altra parte, le qualità fisiche del sangue con anticoagulante sono anche molto diverse da quelle del sangue cadaverico, non solo dal sangue di una persona ancora in vita. Il sangue cadaverico è molto diverso dal sangue vivo. Inoltre il sangue dell’Uomo della Sindone era patologico, non era quello di una persona sana come era Gesù prima della Passione e della morte in croce.
Il suo sangue era invece fortemente diluito a causa del sanguinamento prolungato, e il suo pH era acido, a causa dell’asfissia. Se questo non fosse sufficiente, dalla ferita del costato non scorreva solo sangue cadaverico. Vi erano anche coaguli di sangue post mortem, liquido pleurico, liquido pericardico – entrambi a causa della flagellazione – e liquido di edema polmonare, a causa dell’asfissia . È inoltre improbabile che tutti questi fluidi si siano mescolati in modo omogeneo. Anche questi sono elementi che non sono stati riprodotti nell’esperimento del Cicap.
Ci spiegavi che i corpi dopo la morte continuano a sanguinare, nonostante ciò che comunemente si crede
Certo: il grande pubblico e molti esperti pensano che i cadaveri umani non sanguinino. Questo invece è falso. Quando ci sono ferite profonde, i cadaveri presentano emorragie post mortem, soprattutto se vengono spostati. Il corpo dell’uomo della Sindone è stato spostato e manipolato, e mentre ciò avveniva ha sanguinato copiosamente dalle ferite e dagli orifizi naturali. E quel sangue era sangue cadaverico, non sangue vivente, né sangue non coagulato chimicamente.
Quanto alla “cintura di sangue” di cui si parla nell’articolo, come spiegavo nel testo che ho pubblicato oggi, non è stata prodotta dal sangue che scorre tra il corpo e la tela del mantello. Quando fu collocato il corpo sul tessuto, questo lo fece sanguinare e versò un flusso di sangue che riproduce perfettamente il percorso relativo tra il corpo e il materiale tessile che ha assorbito detto sangue. Anche questa circostanza – molto importante dal punto di vista forense – non è stata presa in considerazione nell’esperimento. L’ipotesi che sia stata trascurata per mancanza di tempo e risorse, o per errore, non cambia a mio avviso la realtà, né aggiunge affidabilità all’esperimento stesso
Quali sono le tue conclusioni sulla ricerca di Borrini e Garlaschelli ?
Il mio parere è che l’esperimento del Cicap non riproduca nemmeno remotamente le condizioni in cui si produssero duemila anni fa le macchie di sangue della Sindone di Torino. Con tali premesse e carenze di controllo dell’esperimento, le conclusioni dell’articolo sono a mio avviso totalmente prive di valore scientifico. Spiegavo oggi pure che gli autori dell’articolo, a causa della loro inesperienza specifica in ambiti forensi e della mancanza delle conoscenze minime necessarie, hanno commesso gravi errori nella pianificare e nell’interpretare i risultati del loro esperimento.
Penso che l’articolo non avrebbe dovuto essere pubblicato su una rivista scientifica specializzata, non potendo attribuirgli sufficienti caratteristiche di scientificità. Certo si presume che le persone che hanno valutato l’idoneità di detto articolo dovrebbero avere le conoscenze e l’esperienza necessarie. Nel caso che ci riguarda, forse c’è stato qualche errore. Oppure hanno voluto prescinderne per ragioni sconosciute.
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