Sindone, Borrini ha risposto alle critiche avanzate allo studio Cicap realizzato con Garlaschelli
Matteo Borrini ha confermato a Radio Vaticana quanto affermato con Luigi Garlaschelli nella ricerca pubblicata sul Journal of Forensic Sciences, rivista scientifica che si occupa di scienza forense. Ovvero che almeno il cinquanta per cento della macchie di sangue presenti sul Sacro Telo sarebbero false, o comunque artefatte. Lo studio del Cicap – Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, ha ricevuto critiche da diversi studiosi della Sindone. Convinti che questa ricerca sarebbe inadeguata, e carente dal punto di vista scientifico.
Borrini ha spiegato a Radio Vaticana due punti fondamentali del discusso studio. Innanzi tutto, la tecnica utilizzata: la Bpa – Bloodstain Pattern Analysis. “E’ usata da decenni nel mondo investigativo – ha spiegato. Aggiungendo che questa metodologia, ovvero “l’analisi della forma delle macchie di sangue utili per capire cosa sia accaduto sulla scena di un delitto”, è stata “utilizzata con successo anche dai Ris di Parma per la prima volta nel caso di Novi Ligure”.
Altro punto rilevante, per Borrini è l’aver “riprodotto il sanguinamento di un uomo posto su una croce, notando come una persona in quella postura sanguini in modo diverso a seconda della posizione delle sue braccia”. Nell’immagine dell’uomo della Sindone, “sugli avambracci” vi sarebbe “un sanguinamento compatibile con le braccia sollevate di circa 80 gradi”. Ovvero con le “braccia in alto, attaccate ad un palo orizzontale piuttosto corto”. Una ipotesi che Borrini considera realistica, e che è presente “anche nella Crocifissione del Mantegna”.
Macchie irrealistiche sulla Sindone
Partendo da tale ipotesi, Garlaschelli e Borrini hanno quindi ampliato le ricerche, “studiando i piccoli rivoli che si trovano sui polsi e la grande macchia di sangue che proviene dal costato dopo il ferimento con il colpo di lancia”. Dai loro studi, apparirebbe che nella realtà il sangue sul lenzuolo sarebbe fluito “in direzioni non più compatibili né con la crocifissione né con la deposizione nel sepolcro”. Gran parte delle macchie sarebbero quindi irrealistiche, e false.
Borrini ha contestato anche le critiche arrivate da alcuni esperti di Sindone che a suo avviso però “non hanno i titoli giusti per parlare”. Non essendo anatomopatologi o comunque esperti forensi. Ai ricercatori del Gruppo Scientifico Padovano ha risposto che hanno considerato solo due posizioni del corpo avvolto nel Sacro Telo. Ovvero quando era in croce e quando era deposto nel sepolcro. Tralasciando così tutte lòe possibili posizioni intermedia, “dalla deposizione dalla croce al trasporto al sepolcro e alla preparazione del cadavere”.
Al professor Pierluigi Baima Bollone, grande esperto di medicina legale, ha invece replicato alla critica sulla presunta fallacità della tecnica Bpa. Tecnica che per Baima Bollone sarebbe stata disconfermata anche in non pochi casi giudiziari. Per Borrini gli eventuali “errori giudiziari non li crea la tecnica, li crea l’applicazione, l’interpretazione della tecnica”. Del resto, la Bloodstain Pattern Analysis è ad oggi utilizzata in tutto il mondo per indagini forensi.
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