Alcune settimane fa, all’età di 88 anni, è morto Carlo Bernardini, uno dei protagonisti della fisica italiana. Pubblichiamo integralmente nota con cui l’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, vuole ricordarlo. Bernardini ha lavorato per molti anni per l’INFN come ricercatore. Nato il 22 aprile del 1930 a Lecce, all’attività scientifica ha affiancato anche quella di divulgatore, con numerosi libri e articoli. Negli anni sessanta ha collaborato al progetto del primo sincrotrone. Con altri ricercatori dell’INFN di Frascati, guidati da Bruno Touschek, ha anche realizzato l’anello di accumulazione del sincrotone. È morto a Roma il 21 giugno del 2018
Addio a Carlo Bernardini
È morto nella notte Carlo Bernardini, fisico dell’INFN e professore emerito al Dipartimento di Fisica della Sapienza Università di Roma. Fisico sperimentale degli acceleratori di particelle, Bernardini è stato protagonista della fisica italiana e della storia dell’INFN. Fin da quando, nei primi anni ’60 del secolo scorso, sotto la guida di Bruno Touschek ha contribuito alla realizzazione ai Laboratori Nazionali di Frascati del primo Anello di Accumulazione AdA e del primo sincrotrone.
“Una grande personalità, un grande fisico, un grande intellettuale”, lo ricorda Pierluigi Campana, direttore dei Laboratori INFN di Frascati. “Carlo è stato uno dei padri fondatori dei nostri Laboratori, ha partecipato in prima persona all’avventura di AdA e a tutta la storia gloriosa dei Laboratori di Frascati”. “Comunicatore, educatore, saggista, politico: una mente e uno spirito non comune, che ci mancheranno profondamente”, conclude Campana.
Carlo Bernardini non è stato solo un importante fisico, ma anche un impegnato comunicatore. Autore di saggi, lezioni pubbliche e momenti di orientamento per i giovani, durante i quali raccontava, con grande chiarezza e rigore, la fisica, la sua storia e i suoi progressi, e le questioni ancora aperte su cui la natura continua a impegnare i ricercatori di oggi, e nel farlo sapeva trasmettere tutta la passione che lo animava nel suo lavoro di ricerca.
“Carlo Bernardini, al di là del suo grande contributo all’INFN e in particolare ai Laboratori di Frascati, è stato un docente straordinario alla Sapienza. Ha appassionato intere generazioni di studenti alla Fisica delle Alte Energie”, ricorda Fernando Ferroni, presidente dell’INFN e professore alla Sapienza. “Ricordo ancora i suoi corsi che ebbi la fortuna di frequentare da studente, e che mi resero chiara sia la bellezza che avrei potuto incontrare sul mio cammino, sia le difficoltà che avrei sicuramente incontrato e che avrebbero richiesto un impegno senza compromessi”. “Un grande professore, uno spirito profondo, un pezzo della storia dell’INFN e dei suoi Laboratori di Frascati”, conclude Ferroni.
Carlo Bernardini era nato nel 1930, a Lecce da dove, al termine degli studi classici, era partito alla volta di Roma. Qui aveva frequentato la facoltà di Fisica alla Sapienza, laureandosi nel 1952, per iniziare poco dopo a lavorare ai Laboratori di Frascati. Entrato nel “gruppo del sincrotrone”, assieme a Bruno Touschek, Giorgio Salvini ed Enrico Persico, ha lavorato alla realizzazione del prototipo del primo collisore materia-antimateria al mondo, AdA, e successivamente dello storico acceleratore del Laboratori di Frascati, Adone. Ha insegnato prima all’Università degli Studi di Napoli Federico II e poi alla Sapienza Università di Roma, dove è stato anche preside della Facoltà di Scienze.
Grande è sempre stato anche l’impegno politico e sociale di Bernardini: tra i fondatori dell’Unione Scienziati per il Disarmo – USPID, è stato per anni fino al 2013 direttore della rivista scientifica e di divulgazione Sapere.
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