Il ghiaccio è stato rilevato dal Luna Mineralogy Mapper della NASA: importante per future missioni e insediamenti umani sulla Luna
Nell’immagine – cortesia Agenzia Spaziale Nazionale Americana – è possibile osservare come il ghiaccio superficiale sia presente al polo sud della luna – immagine a sinistra – e al polo nord – immagine destra. In queste zone la temperatura della superficie non supera mai i – 250 gradi Fahrenheit = – 121 gradi Celsius. La ragione è la minima inclinazione dell’asse di rotazione della Luna, per cui la luce solare non arriva mia in queste aree. L’immagine elaborata è in scala di grigi: le zone più scure sono quelle più fredde, mentre al contrario le aree più chiare sono quelle più calde.
Le formazioni di ghiaccio – che potrebbero essere anche molto antiche – sono evidenziate in colore blu. Fino ad oggi gli scienziati non avevano avuto prove dirette e osservabili della presenza di acqua ghiacciata sulla superficie del nostro satellite. Il ghiaccio non è distribuito in modo uniforme. Al polo sud è presente soprattutto nelle zone d’ombra dei crateri, dove la temperatura scende maggiormente. Al polo nord la formazione di ghiaccio appare invece più estesa, pure al di fuori dei crateri presente sulla superficie della Luna.
Lo studio è stato realizzato da ricercatori dell’università delle Isole Hawaii, e della Brown University, del dell’Ames Research Center della Nasa nella Silicon Valley, in California, e di altri istituti scientifici. È stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences il 20 agosto 2018, con il titolo Direct evidence of surface exposed water ice in the lunar polar regions. Prova diretta del ghiaccio d’acqua esposto in superficie nelle regioni polari lunari. Gli autori della ricerca sono Richard C. Elphic, Paul O. Hayne, Elizabeth Fisher, Dana M. Hurley, Shuai Li, Paul G. Lucey, Ralph E. Milliken e Jean-Pierre Williams.
I ricercatori hanno utilizzato il Moon Mineralogy Mapper – M3 installato a bordo della sonda indiana Chandrayaan 1
La missione Chandrayaan 1, organizzata dall’Indian Space Research Organization è partita nel 2008. Il suo equipaggiamento tecnico era proprio mirato a rilevare in modo certo l’eventuale presenza di ghiaccio d’acqua sulla superficie lunare. Una presenza ipotizzata pure precedentemente, ma senza conferme certe. Dal momento che anche una particolare composizione del suolo, molto riflettente la luce del suolo, avrebbe potuto fornire dati compatibili il potere riflettente di formazioni di ghiaccio. Il sito ufficiale Nasa spiega che Chandrayaan 1 “ha raccolto dati che non solo hanno rilevato le proprietà riflettenti che ci aspettiamo dal ghiaccio”.
I ricercatori hanno infatti anche potuto “misurare direttamente il modo distintivo in cui le molecole assorbono la luce infrarossa, in modo da poter distinguere tra acqua liquida o vapore e ghiaccio solido”. Come accennavamo, la presenza certa di acqua potabile o filtrabile e depurabile è importantissima per future nuove missioni spaziali. Basterebbero pochi millimetri di spessore – spiegano il sito Nasa – per rendere molto più semplice esplorare la Luna nel prossimo futuro. Allo stesso tempo sarebbe molto più semplice realizzare insediamenti abitabili da esseri umani, e sviluppare coltivazioni autonome per nutrirli. Link Nasa.
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.