Tribunale di Milano, primo caso: stalker equiparati ai mafiosi, obbligo di sorveglianza giuridica preventiva e di cure.
Lo stalker in questa importante e giuridicamente innovativa Sentenza è equiparato ad un mafioso. Determinando l’obbligo verso il presunto stalker – e pure in assenza di una Sentenza verso il soggetto – di sorveglianza speciale, parallelamente all’obbligo di cure. Misure speciali determinate dalla pericolosità sociale del soggetto, e che trovano ragione anche nella riforma 2017 del codice antimafia. Gli stalker infatti, rifiutando di accettare le proprie patologie, e vivendo i propri comportamenti non come patologici, ma come uno stile di vita, rifiutano sempre di curarsi.
Come cittadino, giornalista e vittima di stalking da decenni, non posso che festeggiare, insieme a tutti coloro che come me purtroppo vivono lo stesso tipo di incubo. Sostenevamo da anni – con esperti, giuristi, psicoterapeuti, giornalisti – che lo stalking potesse essere equiparabile a reati di tipo mafioso. In particolare quando si rilevi – vi sono anche precedenti giudiziari – che vi sia una “associazione” – ovvero una associazione a delinquere – di più persone con l’obiettivo di perseguitare una o più vittime. Ne parliamo meglio oggi su Fede e Ragione.
Su queste pagine la questione infatti non sarebbe del tutto coerente, se pensassimo solo ai risvolti giuridici e sociali. In realtà parliamo di problemi che, nelle teste degli stalker, afferiscono anche alla sfera delle neuroscienze, oltre che delle patologie psicosociali. E che – senza considerare l’elevata pericolosità dei comportamenti degli stalker – producono patologie nelle vittime. Con gravi costi psichici, personali e sociali. Inoltre, come ho accennato in questo articolo, chi ne scrive subisce purtroppo stalking – cyber, fisico e sociale – da lungo tempo. Vessazioni che si sono spinte anche oltre, fino alle attività giornalistiche e di studio di questo progetto e del parallelo progetto Fede e Ragione. E che tra tra poco tempo troveranno risposte in opportune azioni legali, civili e penali.
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