L’ateismo può essere “religioso” e fideistico come la fede stessa: basato su convinzioni personali, più che sulla logica e la ragione.
Lo spiega il Il filosofo britannico John Gray nel suo ultimo libro Seven Types of Atheism – Sette tipi di ateismo. Nel precedente e provocatorio Straw Dogs – Cani di paglia, aveva cercato di dimostrare gli errori del pensiero filosofico e scientifico occidentale, che vede gli esseri umani nettamente al di sopra di tutte le altre specie viventi. Partendo dai filosofi greci, arrivando al cristianesimo, alla filosofia e alla scienza moderne e alle teorie di Darwin sull’evoluzione, Gray affermava l’illusione dell’idea della superiorità dell’uomo.
In questa sua nuova opera interviene invece sul confronto – scontro tra fede e ateismo. Spiegando come quest’ultimo abbia le radici in una tradizione culturale e intellettuale antica. Che – contrariamente a quanto comunemente si pensa – pur pretendendo di essere basato solo sulla ragione, non è dissimile dai paradigmi e dai dogmi della religione. Gray ci parla infatti di pensatori come Arthur Schopenhauer e Bertrand Russell. E di quelle che definisce come religioni laiche, come ad esempio il nazismo e il comunismo. Spiegando che l’unica reale differenza delle varie forme di ateismo rispetto alla religione, è l’aver sostituito Dio con l’umanità. E la fede nella salvezza divina con la fede in una salvezza umana e terrena.
L’illusione di una umanità in evoluzione, capace di trascendere sé stessa senza Dio.
Gli atei, spiega Gray, si illudono sulla reale capacità degli esseri umani di porsi al di sopra di tutte le altre specie, e di migliorarsi progressivamente nella storia. Credono in una evoluzione umana possibile solo grazie alla scienza, alla ragione e al pensiero intellettuale. E senza alcuna necessità di Dio e della fede. Una evoluzione che li porterebbe persino a trascendere la realtà materiale della propria stessa specie. Questa però è solo una illusione. Basata su concetti fideistici quanto le credenze religiose.
L’autore non vuole certo arrivare a dire che sia necessario riconsiderare la religione e la fede come spiegazione e visione del mondo e dell’uomo. Il suo obiettivo è invece dimostrare come le costruzioni filosofiche e politiche dell’ateismo siano fideistiche e inverosimili come – a suo avviso – a religione stessa. E invitare a riconsiderare quindi il concetto stesso di ateismo. E le costruzioni filosofiche e intellettuali dei vari ateismi che l’umanità ha visto fino ad oggi.
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