La Santa Sede ha pubblicato martedì scorso, 15 gennaio 2019, la Lettera inviata da Papa Francesco al presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia.
Il 6 gennaio scorso si è infatti celebrato il XXV anniversario dell’istituzione dell’Accademia. Un anniversario maggiormente rilevante in una epoca storica in cui la stessa dignità della vita è minacciata dal disvalore attribuitole da una cultura materialista e riduzionista. Che vede la scienza come un valore in sé. Scienza che per alcuni dovrebbe essere svincolata da principi etici, così come dalla fede o dalla religione. Dal progredire delle scienze e delle tecnologie derivano quindi nuove sfide etiche e antropologiche. Sfide che possiamo affrontare solo alla luce della fede e di una nuova antropologia, che non dimentichi ma anzi riaffermi i principi morali alla base dell’essere uomo.
La necessità di un nuovo umanesimo
Nasce quindi – spiega Papa Francesco nella Lettera – anche la necessità di un nuovo umanesimo, per combattere queste pseudoculture che vorrebbero ridurre l’uomo a merce. E che si manifestano ad esempio attraverso l’aborto, l’eutanasia, sperimentazioni genetiche azzardate, l’eugenetica. “In questo nostro tempo – scrive infatti il Pontefice – la Chiesa è chiamata a rilanciare con forza l’umanesimo della vita che erompe da questa passione di Dio per la creatura umana. L’impegno a comprendere, promuovere e difendere la vita di ogni essere umano prende slancio da questo incondizionato amore di Dio. È la bellezza e l’attrattiva del Vangelo, che non riduce l’amore del prossimo all’applicazione di criteri di convenienza economica e politica né ad «alcuni accenti dottrinali o morali che procedono da determinate opzioni ideologiche»”.
Le ragioni e il futuro della Pontificia Accademia per la Vita
Papa Francesco parla nella Lettera di una “passione” che “ha animato l’attività della Pontificia Accademia per la Vita fin dal momento della sua istituzione venticinque anni fa, da parte di San Giovanni Paolo II, dietro suggerimento del Servo di Dio e grande scienziato Jerome Lejeune”. Uomo di scienza e credente, Lejeune era “lucidamente convinto della profondità e della rapidità dei cambiamenti in atto nel campo biomedico”. E delle conseguenze sociali, culturali e antropologiche che lo sviluppo della scienza in queste aree disciplinari avrebbe determinato. Reputò quindi necessario “sostenere un impegno più strutturato e organico su questo fronte” etico.
Dalla sua nascita, spiega il Santo Padre, la Pontificia Accademia per la Vita, “ha potuto così sviluppare iniziative di studio, formazione e informazione con l’obiettivo di rendere «manifesto che scienza e tecnica, poste al servizio della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, contribuiscono al bene integrale dell’uomo e all’attuazione del progetto divino di salvezza – cfr Gaudium et spes, 35» (Giovanni Paolo II, Motu proprio Vitae mysterium, 11 febbraio 1994, 3).
Oggi l’Accademia, afferma Papa Francesco, ha un “rinnovato slancio” anche grazie al nuovo Statuto, pubblicato il 18 ottobre del 2016. Con l’obiettivo di rendere la riflessione su questi temi sempre più attenta al contesto contemporaneo, in cui il ritmo crescente dell’innovazione tecnoscientifica e la globalizzazione moltiplicano le interazioni, da una parte, tra culture, religioni e saperi diversi, dall’altra, tra le molteplici dimensioni della famiglia umana e della casa comune che essa abita”.
Citando il proprio discorso del 5 ottobre 2017 all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita , Papa Francesco spiega che «È urgente intensificare lo studio e il confronto sugli effetti di tale evoluzione della società in senso tecnologico per articolare una sintesi antropologica che sia all’altezza di questa sfida epocale. L’area della vostra qualificata consulenza non può quindi essere limitata alla soluzione delle questioni poste da specifiche situazioni di conflitto etico, sociale o giuridico. L’ispirazione di condotte coerenti con la dignità della persona umana riguarda la teoria e la pratica della scienza e della tecnica nella loro impostazione complessiva in rapporto alla vita, al suo senso e al suo valore».
Link Lettera, sito Vaticano
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.