Scienza e fede ? Le fake news le individuiamo e le spieghiamo. Gli account fake sono invece ancora un problema.
Sulle pagine di questo giornale preferiremmo parlare solo di scienza, fede, ragione. Purtroppo certi avvenimenti in questi anni hanno reso necessario effettuare delle digressioni. Affrontando a volte questioni afferenti il diritto del lavoro, la giustizia umana e sociale, determinate dinamiche e interazioni sociali. Oggi la digressione è minima, dal momento che parliamo comunque di mezzi di comunicazione. Nello specifico social media, quindi non solo Facebook, come potrebbe sembrare dal titolo.
Perché volendo informare e dialogare su questioni di scienza e fede, diventa inevitabile farlo anche sui social media. Utilizzandoli sia come strumento informativo che come arena di confronto. Il problema però è quando non è possibile utilizzarli come sarebbe naturale e in modo efficace. Perché intervengono interferenze – è un eufemismo … – da parte di soggetti che a quanto pare non hanno di meglio da fare che danneggiare il lavoro altrui.
Ne parliamo perché ormai sono anni che dobbiamo affrontare problemi derivanti da soggetti terzi, che comportano enormi perdite di tempo e ci fanno perdere visibilità e lettori. Soggetti – e questo è il paradosso – che non lo fanno per ragioni ideologiche, religiose o politiche. Perché se così fosse avremmo ricevuto critiche aspre, attacchi dichiarati, rivendicazioni. Lo fanno per ragioni probabilmente più “personali”: frustrazioni, un senso contorto del divertimento che alle persone normali – perché parliamo di patologie psicosociali – sfugge. Acrimonia e desiderio – per strane ragioni che approfondiremo – di colpire le persone che lavorano a questo progetto.
Forse pure un ugualmente strano e distorto senso di competizione sociale e culturale. Che si traduce in attacchi di questo tipo, anziché in sani e onesti confronti intellettuali. Confronti probabilmente invece non alla portata di chi conduce questo tipo di attacchi. Ci siamo trovati così a fronteggiare attacchi hacker, peraltro come dicavamo non rivendicati per ragioni ideologiche o religiose. Sono stati pochi e non particolarmente professionali, però ci hanno creato danni enormi. Non avendo allora sufficienti risorse tecniche – problema risolto con il passaggio a WordPress – e economiche – che purtroppo scarseggiano ancora oggi.
Come sarebbe meglio chiamarli: haters – però non dichiarano le ragioni del proprio odio – o semplici stalkers ?
Allo stesso tempo, abbiamo dovuto affrontare attacchi di altro tipo, che ad oggi ancora non accennano ad interrompersi. Per cui abbiamo deciso di trovare, anche in questo caso, una soluzione definitiva. Parliamo soprattutto di soggetti che si attivano in tutti i modi per bannarci sui social network. Per non dire che qualche soggetto anni fa a quanto pare si permise persino di contattare Google – vantando un qualche presunto ruolo istituzionale, e falsificando invece ruoli e competenze … – per cercare di retrocederci – anzi escluderci … – nei posizionamenti sul motore di ricerca.
Ci eravamo così trovati ad esempio definiti e “segnalati” da alcuni – questione che approfondiremo prossimamente in altri ambiti più opportuni – come una sorta di opuscolo pubblicitario delle realtà pontificie con cui invece abbiamo rapporti di partnership di Progetto. Questo o questi soggetti operarono più volte in questo tentativo di screditarci e ridurci a qualcosa di più comodo e meno visibile. Questione che abbiamo risolto in modo semplice con Google stesso, che ci aveva segnalato il problema. Spiegando che chi li contattava non aveva alcun titolo per farlo. E fornendo, per ulteriore scrupolo, informazioni e documenti su chi realmente siamo.
Account fake creati solo per bannare ?
Sui social invece è purtroppo tutto più semplice: a quanto pare basta segnalare ripetutamente – anonimamente o quasi – i post di un account, o di condivisione di una determinata fonte. Magari persino creando pluralità di account fake per riuscirci meglio. Abbiamo combattuto per anni questa battaglia per neutralizzare tali attacchi. Potete immaginare il tempo che abbiamo dovuto dedicare nel farlo, e quanto ciò ci abbia danneggiato in visibilità e leggibilità. E ha ritardato enormemente lo start up del parallelo progetto Fede e Ragione. Inoltre gli haters – come si dice oggi – nonostante ripetute richieste e avvisi non accennano a comportamenti corretti e ragionevoli.
Troveremo quindi altre soluzioni, meno dialoganti: tecniche, relazionali, legali. Segnalaremo quindi innanzitutto la questione a Facebook e ad altri social network Chiedendo di effettuare delle verifiche, darci cortesemente riscontri e prendere opportuni provvedimenti. Proporremo anche di rivedere gli algoritmi, e per quanto possibile daremo il nostro contributo per sviluppare metodologie mirate ad individuare tali situazioni e comportamenti da parte di utenti – veri o fake che siano. Parallelamente a tutto ciò depositeremo azioni legali. Così potremo tornare ad occuparci solo di scienza, fede e ragione, di confronto e di fake news, invece che di haters e account fake. Paolo Centofanti, direttore SRM – Science and Religion in Media. Direttore Fede e Ragione.
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