Il nostro cervello per sentire e capire le parole è importante quanto le orecchie: e quando si hanno problemi di udito, si verificano pure deficit del metabolismo cerebrale, e difficoltà anche a capire il significato stesso di ciò che ascoltiamo.
Cervello e udito determinano così grandi problemi nella comunicazione interpersonale, che vanno oltre le sole difficoltà uditive. E rendono così complicate le stesse relazioni sociali. Lo spiega un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Human Brain Mapping. La ricerca è stata guidata da Ettore Cassandro, direttore UOC di Otorinolaringoiatria ad indirizzo Otologico, Audiologico e Foniatrico dell’Azienda Ospedaliero Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – Salerno.
Lo studio spiega quanto sia importante la relazione reciproca tra cervello e udito. E che prevenire e curare i disturbi dell’udito è importante anche per avere relazioni umane e sociali ottimali. La corteccia uditiva e altre zone del cervello rilevano le parole e ci consentono di capirle. Quando abbiamo problemi di udito, si riduce il flusso di sangue che arriva a tali aree, determinando così anche alterazioni e danni alla rete neurologica. Le parole che ascoltiamo, già difficili da rilevare e capire per il deficit uditivo, diventano così ancora meno comprensibili.
Domenica 3 marzo abbiamo celebrato il World Hearing Day – la Giornata mondiale dell’udito. Una iniziativa che ha l’obiettivo di sensibilizzare la tutela delle nostre capacità uditive, e ricordarci proprio quanto sono importanti per comunicare e per le nostre relazioni umane. E quali sono anche i costi sociali e economici dei deficit uditivi. A maggior ragione considerando che ad oggi la situazione è già preoccupante. 466 milioni di persone hanno infatti una perdita sensibile o significativa dell’udito. Mentre entro il 2050 le persone con deficit uditivo potrebbero arrivare a superare i 900 milioni.
Giornata mondiale dell’udito: l’importanza della prevenzione
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