Ricorre quest’anno il 500mo anniversario dalla morte di Leonardo da Vinci, avvenuta ad Amboise, in Francia, il 2 maggio del 1519. E spunta una ciocca di capelli da cui sarebbe possibile sequenziare il suo dna.
Di quest’uomo geniale, al tempo stesso scienziato, ingegnere, inventore e artista, vogliamo ricordare due frasi celebri, che spiegano la usa idea di scienza, opposta alla pratica esperienziale. “Nessun effetto è in natura sanza ragione – afferma infatti Leonardo – intendi la ragione e non ti bisogna sperienza.” La scienza non come somma di esperienze pratiche – se mai, sperimentali – ma come sviluppo di una teoria che spieghi la ragione intima e reale del mondo.
Concetto che Leonardo replica quando afferma che “quelli che s’innamorano di pratica senza scienza son come il nocchiere, che entra in naviglio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada”. Il genio vinciano ha rappresentato l’uomo del Rinascimento, e la fusione e il reciproco arricchimento tra umanesimo, scienze naturali, tecnologia. Come accennavamo lo ha dimostrato – per citare solo alcune delle sue espressioni intellettuali – come architetto, scultore, pittore e musicista. Come ingegnere, inventore, anatomista, botanico. Non solo studiando queste discipline, ma innovandole.
Come noto, alcuni hanno provato ad attribuirgli anche la Sindone, che sarebbe un dipinto, o una immagine realizzata con un ferro arroventato. E riprenderebbe le fattezze dello stesso Leonardo. Una ipotesi avanzata ad esempio da Vittoria Haziel, che nei tratti dell’Uomo della Sindone vedrebbe la tecnica leonardesca dello sfumato. Ma sulle “ipotesi Sindone” e sulla questione della presunta ciocca di capelli di Leonardo da Vinci, da cui sarebbe possibile sequenziare il suo dna, torneremo con altri articoli.
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