La Conferenza episcopale canadese ha recentemente pubblicato l’opuscolo Science and Catholic Faith – Scienza e fede cattolica.
Elaborato dalla Commissione episcopale per la dottrina, il documento vuole promuovere e sostenere il dialogo tra fede e scienza nelle scuole cattoliche. Istituti di insegnamento che, si legge sul sito ufficiale, pur avendo riconosciuti prestigio nelle discipline umanistiche, artistiche, linguistiche, sociali, sembrano mostrare a volte delle carenze didattiche nella didattica delle scienze naturali. Oltre a questioni di completezza didattica, per i vescovi canadesi è necessario ricordare che scienza e religione, “in definitiva sono benefiche l’una per l’altra”.
Il documento riprende i testi Lo splendore della verità e Sul rapporto tra fede e ragione, opera di Papa Giovanni Paolo II. Con l’obiettivo di proporli nelle scuole cattoliche e farli inserire nei programmi di insegnamento, per docenti e studenti. Tra i punti fermi, l’attenzione verso lo scientismo, una visione solamente materiale e deterministica della scienza, considerata come unico modo per capire gli esseri umani, l’universo e le sue leggi.
I vescovi canadesi sembrano però rischiare a nostro avviso di cadere nell’errore contrario, e di dimenticare la complementarietà tra scienza, e fede, quando affermano che “la fede è al di sopra della ragione”. Spiegano però che “non ci può mai essere una reale discrepanza tra fede e ragione. Perché lo stesso Dio che rivela i misteri e infonde la fede ha conferito alla mente umana la luce della ragione”. E perché “Dio non può negare se stesso, né la verità può mai contraddire la verità”.
Il documento riprende i grandi scienziati che hanno vissuto in equilibrio tra fede e ragione.
Studiosi che hanno fatto la storia della scienza e del progresso umano, senza dimenticare la propria spiritualità, né rinnegare ciò in cui credevano. Scienziati e uomini di fede, quindi, che mostrano come scienza e fede possano dialogare e essere strumenti complementari per cercare di capire il Creato, il mondo in cui viviamo, noi stessi. E che possono essere di esempio, con le loro vite e la loro coerenza intellettuale e spirituale, per gli insegnanti e per i loro allievi.
I vescovi ricordano nel documento che gli esseri umani “desiderano ardentemente sperimentare ciò che è bello, buono e vero”. E che è quindi possibile “consentire alla fede e alla ragione – che include la scienza – di coesistere e arricchirsi reciprocamente”. Opponendoci e anzi resistendo “alla frammentazione del significato che lo scientismo comporta”. Perché in questo modo “impediamo la frammentazione di noi stessi”.
Fonti: Canadian Conference of Catholic Bishops – The Catholic Register.
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