Studiare l’evoluzione dell’Homo sapiens con un innovativo modello virtuale del cranio dell’ultimo antenato comune degli umani moderni.
Ne parla su Nature Communications. un articolo scientifico di Aurelien Mounier e Marta Mirazon Lahr, pubblicato martedì 10 settembre 2019. Per il loro studio Mounier e Mirazon Lahr hanno esaminato 263 teschi, come campione di 21 popolazioni umane attuali e di 5 differenti popolazioni di ominidi fossili. Per questa innovazione nella ricerca sullo sviluppo evolutivo umano, i due ricercatori hanno utilizzato un metodo di modellazione filogenetica . Tramite il quale hanno elaborato il modello virtuale di un “ipotetico teschio virtuale dell’ultimo antenato comune a tutti gli umani moderni”.
Hanno poi confrontato questo fossile virtuale con cinque fossili reali di ominidi africani del Pleistocene tardo medio – da circa 350.000 a 130.000 anni fa. Hanno così potuto “valutare come le popolazioni da cui provenivano questi fossili avrebbero potuto avere un ruolo nelle origini dell’Homo sapiens. Aurelien Mounier e Marta Mirazon Lahr ipotizzano che “questi lignaggi non hanno contribuito allo stesso modo all’origine dell’Homo sapiens”.
Dalla ricerca apparirebbero invece confermate le teorie secondo cui “la nostra specie potrebbe aver avuto origine dalla coalescenza delle popolazioni del sud e, potenzialmente, delle popolazioni dell’Africa orientale”. Si ridurrebbero anche le probabilità di una comune origine nordafricana, dal momento che “uno dei fossili studiati, Irhoud 1, è morfologicamente più vicino ai Neanderthal”.
L’articolo su Nature Communications
Deciphering African late middle Pleistocene hominin diversity and the origin of our species. Decifrare la diversità di hominin del Pleistocene tardo medio africano e l’origine della nostra specie. DOI 10.1038/s41467-019-11213-w, Nature Communications, volume 10, Article number: 3406, 2019. Autori: Aurelien Mounier e Marta Mirazon Lahr.
Abstract dell’articolo
“L’origine dell’Homo sapiens rimane oggetto di dibattito. L’estensione e la struttura geografica della diversità morfologica tra gli ominidi africani del tardo medio pleistocene – LMP, è in gran parte sconosciuta, precludendo così la definizione dei confini della variabilità nei primi Homo sapiens e l’interpretazione dei singoli fossili. Qui usiamo un metodo di modellizzazione filogenetica per predire possibili morfologie di un ultimo antenato comune di tutti gli umani moderni, che confrontiamo con fossili africani LMP: KNM-ES 11693, Florisbad, Irhoud 1, Omo II e LH18.
I nostri risultati supportano un processo complesso per l’evoluzione dell’Homo sapiens, con il riconoscimento di diverse popolazioni e lignaggi geograficamente localizzati in Africa, dei quali non tutti hanno contribuito all’origine della nostra specie. Sulla base dei fossili disponibili, l’Homo sapiens sembra aver avuto origine dalla coalescenza delle popolazioni del Sud e, possibilmente, delle popolazioni dell’Africa orientale. Mentre i fossili del Nord Africa potrebbero rappresentare una popolazione che è stata introdotta nei Neandertali durante l’LMP.”
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