Si parlerà dei cambiamenti climatici visti tra fede e scienza, in una conferenza nella Cattedrale anglicana di Norwich, Gran Bretagna, il 14 ottobre 2019.
L’evento è promosso dal gruppo Science and Faith at Norfolk – Scienza e Fede a Norfolk, affiliato a Christians in Science. Vuole ricordare il professor Derek Burke, CBE, vicecancelliere dell’University of East Anglia dal 1987 al 1995. Il relatore sarà Mike Hulme, attualmente professore di geografia umana al Dipartimento di geografia dell’Università di Cambridge. L’intervento di Hulme affronterà alcune delle questioni sociali e ambientali oggi divenuti inevitabili e urgenti.
Ad esempio, sapere chi maggiormente influisce sul clima del pianeta e può danneggiarlo. Capire se i cambiamenti climatici, come sostengono alcuni, siano una volontà divina, una causa delle attività antropiche, o al limite un fenomeno naturale. E quale sia comunque il peso delle attività umane – industriali, agricole e di altri tipi . sull’ambiente e sui differenti ecosistemi. Partendo comunque dalla certezza che gli attuali problemi ambientali e etici sono globali, e interconnessi.
Diventa quindi pure inevitabile chiedersi chi possa e debba maggiormente attivarsi per ridurre e mitigare i cambiamenti climatici E quali possano essere i possibili interventi e strategie per riuscirci. Perché, come hanno comunicato le Nazioni Unite, oggi abbiamo meno di dodici anni per evitare cambiamenti catastrofici e in certi casi persino irreversibili nel clima del pianeta Terra. Intervenire oggi non risolverà comunque, purtroppo, i problemi: li renderà solo molto meno gravi e più gestibili, e affrontabili dalle popolazioni. In particolare da quelle più vulnerabili per povertà e per le caratteristiche della aree dove risiedono.
Il clima nell’antichità era considerato una diretta conseguenza di interventi divini e sovrannaturali, o di presunte colpe umane, attribuite dalla superstizione.
Hulme, che si occupa anche del rapporto tra religione, tradizioni e cambiamenti climatici, racconterà come il clima nell’antichità fosse considerato una conseguenza di interventi divini e sovrannaturali. Con un approccio e una cultura che ovviamente riuscivano a spiegare i fenomeni naturali attraverso la fede e la religione, più che la scienza. In epoche in cui era pure naturale cercare di attribuire fenomeni naturali devastanti a presunte colpe e responsabilità di individui e istituzioni.
Hulme spiegherà quindi che per capire l’approccio di una nazione alle politiche sui cambiamenti climatici, oltre alle condizioni economiche e strutturali, dobbiamo considerare la storia e le tradizioni culturali e religiose di quel paese. Nato il 23 luglio del 1960, Mike Hulme è stato precedentemente professore di clima e cultura al King’s College di Londra, e di Climate Change alla School of Environmental Sciences dell’Università dell’East Anglia. Dal 2000 al 2007 è stato direttore del Tyndall Center for Climate Change e membro del gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
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