Pubblichiamo l’abstract della conferenza La natura della realtà materiale a livello quantistico, che si svolgerà a Roma martedì 12 novembre 2019. Offerta dal professor Matteo Siccardi, docente di Matematica e Fisica, la conferenza è parte delle attività del Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
Abstract: La natura della realtà materiale a livello quantistico: la luna splende se nessuno la guarda ?
Nell’aprile del 1900, rivolgendosi all’associazione britannica per l’avanzamento delle scienze, in quella che probabilmente è una citazione apocrifa, il noto fisico britannico Lord Kelvin – William Thomson – affermò: “Non c’è più niente di nuovo da scoprire in fisica. Tutto ciò che rimane da fare sono solo misure sempre più precise”. Vera o no che sia, questa frase ben incarna lo spirito che aleggiava nella comunità scientifica alla fine dell’Ottocento prima dello sconvolgimento causato dall’avvento della Meccanica Quantistica nella prima metà del secolo scorso.
Tutto ciò che crediamo di sapere sulla natura del nostro mondo a livello microscopico lo dobbiamo a questa teoria che, scoperta e raffinata nei primi trent’anni del Novecento, è divenuta la teoria fisica più accurata mai concepita finora. In questa conferenza, seguendo l’evoluzione delle teorie sulla natura della luce, verremo introdotti ai principî della meccanica quantistica in quella che è comunemente chiamata “Interpretazione di Copenhagen”, formulata principalmente grazie al lavoro di N.Bohr e W.Heisenberg intorno al 1926, durante la loro collaborazione nella capitale danese.
Nonostante gli innegabili successi della teoria, non tutti gli scienziati dell’epoca si trovarono a loro agio con le conseguenze logiche contenute in tale formulazione e gli anni a cavallo delle due guerre furono testimoni del dibattito che nacque sul significato di tale interpretazione. L’apice della discussione è rappresentato dall’articolo di Einstein, Podolsky e Rosen “Can Quantum Mechanical Description of Physical Reality be Considered Complete ?” del 1935, in cui il premio Nobel manifesta chiaramente tutte le proprie perplessità.
Dopo aver analizzato le premesse e aver dedotto le conclusioni di questo lavoro, vedremo la risposta che Bohr stesso diede e che sembrò placare la contesa negli anni a venire, almeno a giudicare dalla scarsità di lavori sull’argomento.
L’interesse crebbe però notevolmente negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, quando cominciarono ad apparire lavori che indicavano la strada da seguire per passare dagli esperimenti di pensiero a quelli reali. Il primo che riuscì a rispondere con i fatti alle domande poste da Einstein fu Alain Aspect. Quasi quarant’anni fa, realizzò l’esperimento i cui risultati contribuirono a gettare luce sull’annosa questione e sulla domanda che è il sottotitolo della conferenza.
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