I modelli, sviluppati da scienziati dell’università di Princeton, Stati Uniti, potrebbero portare ad un nuovo sviluppo delle neuroscienze.
I neuroscienziati di Princeton hanno studiato i suoni e i comportamenti di maschi di moscerini della frutta, Drosophila melanogaster. La ricerca è stata pubblicata il 25 novembre scorso sulla rivista scientifica Nature Neuroscience con il titolo Unsupervised identification of the internal states that shape natural behavior. Identificazione senza supervisione degli stati interni che modellano il comportamento naturale. DOI: 10.1038 / s41593-019-0533-x.
Gli autori sono Adam J. Calhoun, ricercatore post dottorato del Princeton Neuroscience Institute. Jonathan W. Pillow, professore di psicologia e neuroscienze. Mala Murthy, professoressa di neuroscienze all’università di Princeton. Gli studiosi hanno sviluppato i modelli attraverso i comportamenti dei moscerini maschi verso le femmine. In particolare studiando variabili osservabili come la velocità del maschio o la sua distanza dalla femmina. Hanno così potuto identificare tre differenti tipi di suoni generati dalla vibrazione delle ali. E in altri casi l’assenza di tale particolari suoni.
“Il nostro lavoro precedente – ha affermato Mala Murthy, autrice senior dell’articolo su Nature Neuroscience, è stato in grado di prevedere una parte dei comportamenti sonori”, però “stimando lo stato interno della moscerino, è possibile prevedere con precisione” il comportamento e i suoi emessi dal maschio canterà durante il corteggiamento di una femmina. Per la Murthy “questa è una svolta importante”. La ricercatrice ha affermato di prevedere “questo tipo di modellizzazione di comportamenti sarà ampiamente utilizzato per collegare l’attività neurale con il comportamento naturale”. I ricercatori prevedono di poter sviluppare modelli omologhi per lo studio del cervello e del comportamento umano.
Lo studio è stato sostenuto dalla Simons Foundation dalla Brain Research attraverso Advancing Innovative Neurotechnologies – BRAIN Initiative presso il National Institutes of Health e dall’Howard Hughes Medical Institute.
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