Nature, astrofisica: Parker Solar Probe per guardare direttamente il sole.
I primi dati della missione Parker Solar Probe sono stati pubblicati nel mese di dicembre 2019 sulla rivista scientifica Nature in quattro articoli. I dati, spiegano gli autori, mostrano nuove possibilità di ipotesi sulle “origini del vento solare e sulla fisica delle particelle ad alta energia”. La sonda solare Parker ha superato l’eliosfera interna del nostro sistema solare. Attualmente si trova a circa 24 milioni di chilometri dal nostro Sole.
Gli strumenti scientifici a bordo di Parker Solar Probe hanno rilevato e misurato gli eventi che si verificano nella corona solare, ovvero l’atmosfera esterna del Sole. “La corona – spiega l’articolo – produce vento solare, particelle energetiche che scorrono costantemente lontano dal sole. Le osservazioni remote hanno rivelato i dettagli di alcuni meccanismi alla base della creazione dei venti solari, ma altri processi sono stati più difficili da esplorare”.
La sonda ha effettuato la maggior parte delle misurazioni ad una distanza di 1 unità astronomica – la distanza tra la Terra e il Sole. Come noto “il vento solare viene modificato durante il suo passaggio dal Sole alla Terra, ma l’estensione e l’origine di questi cambiamenti non sono chiare”. Parker Solar Probe offre nuove opportunità all’astrofisica, e ha reso possibile la vista più ravvicinata ad oggi della corona solare. E ci ha dato la possibilità di osservare il Sole stesso in un modo che finora “non era stato possibile”.
L’articolo spiega che “ad esempio, le precedenti missioni avevano dimostrato che il vento solare viene accelerato quando lascia la corona”. Non era però stato possibile capire in che modo ciò sia possibile. In uno degli articoli, i ricercatori spiegano anche “che i cambiamenti nei campi magnetici aumentano la velocità del vento solare”, che fluisce allontanandosi dal Sole.
Il cosiddetto vento lento solare.
Le misurazioni effettuate in questi studi dai ricercatori “registrano velocità superiori a quelle previste dagli studi di modellizzazione”. In un altro articolo scientifico Stuart Bale e i suoi colleghi ricercatori, hanno studiato “Il cosiddetto vento lento – meno di 500 chilometri al secondo – le cui origini fino ad oggi sono state “meno chiare di quelle del vento veloce”. E hanno scoperto il cosiddetto vento lento ha origine da buchi nella corona solare, individuati attorno all’equatore.
Parker Solar Probe continuerà a monitorare il Sole e il vento solare per altri cinque anni. Gli studiosi prevedono nuove scoperte scientifiche mentre la sonda si avvicinerà sempre più al Sole. Fino ad una distanza finale di poco più di sei milioni di chilometri dalla superficie solare. Durante questo periodo, ha spiegato Daniel Verscharen, il nostro Sole entrerà “in una fase più attiva del suo ciclo di undici anni”. Si spera quindi in scoperte “ancora più entusiasmanti nei prossimi anni”.
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