Con la rivista Fede e Ragione abbiamo creato una nuova petizione, per chiedere interventi più decisivi per bloccare bullismo, molestie e cyber stalking su Instagram, Facebook e Whatsapp.
La petizione è indirizzata a Mark Zuckenberg, e ovviamente a tutti i suoi collaboratori, responsabili dei tre social network.
Vogliamo che Facebook, Instagram e Whatsapp blocchino bullismo, molestie e cyber stalking Chiediamo a Mark Zuckerberg anche la creazione di un gruppo di studio e lavoro pubblico, che informando gli utenti sugli avanzamenti e sviluppi, con le società che gestiscono questi social valutino i problemi, e i modi per risolverli realmente. Abbiamo quindi lanciato una nuova Petizione sulla piattaforma Change.org: Vogliamo che Facebook, Instagram e Whatsapp blocchino bullismo, molestie e cyber stalking. E vi chiediamo di firmarla, condividerla e sostenerla.
La petizione contro bullismo, molestie e cyber stalking è collegata alla petizione per una Legge anti Mobbing, tuttora in corso.
La petizione si affianca e anzi integra la Petizione precedente – tuttora in corso – per una Legge contro Mobbing e mobber e a sostegno delle vittime, che vi invitiamo ugualmente a firmare. E che ad oggi abbiamo firmato in oltre 60.450 persone. Entrambi i comportamenti, odiosi e illegittimi, e entrambi i reati, sono spesso appunto connessi, o si intersecano comunque tra di loro. Chi è vittima di mobbing diventa più probabilmente pure vittima di stalking, e viceversa. Ricordando che le azioni di mobbing – sia da parte di colleghi che di responsabili o datori di lavoro – sono attuate spesso anche tramite azioni di stalking nei rapporti sociali e personali privati.
A nostro avviso Facebook, Instagram, e a maggior ragione Whatsapp, ad oggi non riescono a gestire o impedire determinate forme di bullismo e stalking online, soprattutto quelle indirette. Ovvero, ad esempio, quelle mirate a screditare o diffamare le persone a loro insaputa, o ad isolarle molestando il loro contatti e amicizie. Anche per le forme di molestie e stalking dirette a nostro avviso continua ad esserci molto da fare.
L’unico aiuto per l’utente è inviare segnalazioni quando è consapevole di essere vittima di molestie e cyber stalking, e quando ha le prove per farlo. Le forme di molestie e stalking indirette rendono però più difficile procurarsele. Oggi se vogliamo essere sui social, non riusciamo più ad evitare di esser visti anche da coloro che non vorremmo incontrare o frequentare nella vita reale. Nemmeno da chi ci molesta abitualmente. E non riusciamo ad evitare che costoro in qualche modo interferiscano con le nostre vite, personali e professionali, e con le nostre relazioni umane. Con strumenti che, paradossalmente, prima non avrebbero nemmeno avuto.
Forme di bullismo molestie e cyber stalking sono ancora più squallide e inaccettabili in momenti drammatici come questo.
Certo potremmo blindare il nostro profilo, renderlo accessibile solo agli amici e agli amici degli amici. Però come sappiamo basta un falso profilo a cui per sbaglio accordiamo “l’amicizia”, o a cui la concede un nostro amico. E non è giusto che sia necessario “nascondersi” per non essere molestati. I social dovevano essere uno strumento democratico e sicura per esprimersi e socializzare. Hanno invece creato molti più strumenti a disposizione di narcisi per esibirsi e mostrarsi diversi e meglio di ciò che sono nella realtà. E purtroppo pure per perseguitare e molestare le persone, direttamente e indirettamente, e violare le loro privacy.
Chiediamo a Facebook, Instagram e Whatsapp di intervenire soprattutto in un momento drammatico come questo, in cui azioni come molestie gratuite per divertimento, bullismo e cyber stalking sono ancora più immorali e inaccettabili. No bullismo molestie e cyber stalking.
Paolo Centofanti, direttore SRM – Science and Religion in Media, direttore Fede e Ragione.
Ricordiamo le consuete esclusioni: Sky, Fox, Vision, Telecom-stream, Facoltà Bioetica Upra, parenti, etc. .
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