Scienza e fede: Premio Templeton al genetista Francis Collins.
Il premio Templeton 2020, del valore di circa 1,1 milioni di sterline, è stato assegnato al medico e genetista Francis Collins, direttore del National Institutes of Health. Collins, che dal 1993 al 2008 ha guidato lo Human Genome Project, per mappare e sequenziare il genoma umano, riceverà ufficialmente il premio in una cerimonia virtuale che si svolgerà entro la fine di quest’anno.
In una dichiarazione ufficiale per il Templeton PrizeCollins ha affermato: “Mentre scrivo questo, quasi ogni mio momento di veglia è consumato dallo sforzo di trovare trattamenti e un vaccino per COVID-19. L’elegante complessità della biologia umana crea costantemente in me un senso di timore reverenziale. Eppure mi rattrista per la sofferenza e la morte che vedo tutt’intorno e, a volte, confesso di essere assalito da dubbi su come un Dio amorevole permetterebbe simili tragedie. Ma poi ricordo che il Dio che pendeva dalla croce ha una profonda familiarità con la sofferenza. Imparo e riapprendo che Dio non ha mai promesso la libertà dalla sofferenza, ma piuttosto di essere “il nostro rifugio e la nostra forza, un aiuto molto presente nei guai” (Salmo 46) “.
Collins entra a far parte di un gruppo di 50 vincitori del Templeton Prize, tra cui Madre Teresa, a cui andò il premio inaugurale nel 1973, e il Dalai Lama, nel 2012. Nel 2018 il premio è stato assegnato a Sua Maestà il Re Abdullah II di Giordania “per i suoi sforzi per promuovere l’Islam che afferma la pace e per cercare l’armonia religiosa all’interno dell’Islam e tra Islam e altre religioni”. Tra gli altri premiati, Paul Davies nel 1995, Freeman Dyson nel 2000, George Ellis nel 2004, John Barrow nel 2006, Martin Rees nel 2011, l’arcivescovo Desmond Tutu nel 2013, e il fisico teorico Marcelo Gleiser nel 2019, premiato “per i suoi scritti che presentano scienza, filosofia e spiritualità come espressioni complementari del bisogno dell’umanità di abbracciare il mistero e l’ignoto”.
Un intellettuale in equilibrio tra fede e scienza.
Uomo di scienza e di fede, Collins ha sempre sostenuto, nei propri scritti e in incontri a cui ha partecipato, la possibilità di equilibrare e integrare fede e ragione. Lo ha sostenuto ad esempio nel suo libro The Language of God, del 2006, in cui mostra che la fede in Dio possa essere anzi di ispirazione per cercare di capire, come scienziati, la realtà del creato, e il linguaggio di Dio.
“Questo libro – scrive Collins nell’introduzione – sostiene che la fede in Dio può essere una scelta del tutto razionale, che i principi della fede sono, in effetti, complementari ai principi della scienza”. “Il linguaggio di Dio – scrive a pagina 99 di The Language of God – era stato decifrato. Sì davvero, nella grandiosa matematica della creazione, che oggi possiamo leggere nel codice genetico dell’uomo, percepiamo il linguaggio di Dio. Ma purtroppo non il linguaggio intero. La verità funzionale sull’uomo è diventata visibile. Ma la verità su lui stesso – su chi egli sia, di dove venga, per quale scopo esista, che cosa sia il bene o il male – quella, purtroppo, non si può leggere in tal modo. Con la crescente conoscenza della verità funzionale sembra piuttosto andare di pari passo una crescente cecità per «la verità» stessa – per la domanda su ciò che è la nostra vera realtà e ciò che è il nostro vero scopo”.
Immagine: Francis Collins National Institutes of Health. Links:
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