Fede e scienza: in ricordo di John Polkinghorne, scienziato e credente.
Il britannico John Polkinghorne, morto a Cambridge, Gran Bretagna, il 9 marzo del 2021, è uno degli esempi più noti di come uno scienziato possa essere al tempo stesso anche un credente. E armonizzando religione e ricerca scientifica possa essere un uomo più completo, in equilibrio tra scienza e fede. Non scisso in un dualismo irriducibile, come sostengono filosofi e intellettuali ateisti. Polkinghorne è stato infatti uno scienziato, un filosofo e un teologo, e come tale ha indagato anche le connessioni reciproche tra scienza e teologia.
Ne parla ad esempio nel libro, Faith, science and understanding – Fede, scienza e comprensione. Nel volume, pubblicato da Yale university press, spiega come credere in Dio non sia un ostacolo per uno scienziato. E come al contrario la fede possa aiutare a capire meglio anche la scienza. Come docente e dirigente accademico, Polkinghorne sostiene l’importanza dello studio universitario della teologia, che come la scienza ci aiuta a capire la verità.
Nel volume Polkinghorne vuole dimostrare la possibilità di riconciliare scienza e fede. E affronta due concetti fondamentali: l’auto limitazione divina di Dio nella creazione , il suo rapporto con il tempo, e la realtà del tempo stesso. E ci parla anche del dibattito tra scienza fede, anche grazie alle opere di Paul Davies, Wolfhart Pannenberg e Thomas Torrance. Nato il 16 ottobre del 1930 a Weston super Mare, cittadina del Somerset, Inghilterra, Polkinghorne nel 1982 è anche diventato pastore anglicano.
Dal 1968 al 1979 è stato professore di matematica all’università di Cambridge, e dal 1988 al 1996 presidente del Queens College di Cambridge. Fellow della Royal Society, è stato Insignito dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Quantum Leap, il volume dedicatogli da Dean Nelson e Karl Giberson.
A Polkinghorne nel 2012 Dean Nelson e Karl Giberson hanno dedicato il libro Quantum Leap. In una intervista, lo stesso Nelson, docente di giornalismo presso la Point Loma Nazarene University, ha spiegato come nel confronto tra credenti e scienziati atei o agnostici, spesso “sembra che le persone ai due estremi intellettuali della questione siano spaventati gli uni dagli altri”. Così, mentre i primi “sembrano pensare che se credono in una teoria scientifica dell’evoluzione per ciò stesso non possono poi credere nel messaggio della Bibbia su di un Dio d’amore”, per gli altri sembra invece “che il credere in un Dio d’amore” porti poi inevitabilmente “a guardare la Bibbia come se fosse un libro storicamente preciso, e a non poter credere nell’evidenza scientifica”. Nella realtà, persone come Polkinghorne possono “insegnarci che la scienza e la fede”, anzichè “escludersi l’un l’altra”, possono reciprocamente completarsi. Fonte e immagine: Google Books.
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