La rivista Nature affronta il tema della ricerca neocoloniale, detta anche “ricerca dall’elicottero” e del “dumping etico”.
Le pubblicazioni Nature propongono un nuovo quadro che aumenti l’inclusione e l’etica nelle collaborazioni di ricerca globali. Con l’obiettivo di gestire pratiche scorretta come la cosiddetta “ricerca dall’elicottero”, o ricerca neocoloniale, e il dumping etico.
La ricerca neocoloniale o scienza neocoloniale, definita anche “ricerca dall’elicottero” o “scienza del paracadute” si verifica quando studiosi di paesi più ricchi, o di ambiti socioeconomici privilegiati, si recano in un paese in via di sviluppo, o in aree a basso reddito, effettuano ricerche e analisi e ne pubblicano gli esiti senza coinvolgere, o coinvolgere in modo minimo, gli studiosi o le comunità locali. È considerata una forma di sfruttamento, oltre che un approccio scorretto e non etico alla ricerca scientifica
Secondo uno studio dell’Accademia delle scienze ungherese, pubblicato nel 2003, che ha valutato un campione casuale di pubblicazioni si paesi meno sviluppati, il 70% degli articoli pubblicati non aveva incluso un coautore locale.
Un’altra pratica di sfruttamento è il cosiddetto “ethics dumping”, ovvero quando studiosi economicamente, socialmente o accademicamente privilegiati, esportano esperimenti e studi non etici o sgradevoli in contesti a basso reddito o meno privilegiati con standard etici diversi, o con meno supervisione. L’articolo di Nature avverte che entrambe le pratiche non sono solo sbagliate: sono dannose per la ricerca, perché non considerano le competenze dei ricercatori locali, né il contesto socio culturale di riferimento.
“Nel nuovo approccio” scrive Nature, le riviste “incoraggeranno i loro autori, editori e revisori a considerare il Codice di condotta globale durante lo sviluppo, la conduzione, la revisione e la comunicazione della ricerca. Per migliorare la trasparenza, gli autori saranno incoraggiati a fornire una dichiarazione di divulgazione facoltativa sull’inclusione e l’etica che può essere condivisa con i revisori e pubblicata nel documento finale. Gli editori possono, a loro discrezione, chiedere agli autori di fornire una dichiarazione”.
Questa nuovo modo di gestire le pubblicazioni scientifiche vuole pure “garantire che la revisione tra pari includa la rappresentanza delle regioni e delle comunità pertinenti. Inoltre, gli autori saranno incoraggiati a prendere in considerazione la citazione di ricerche locali e regionali pertinenti, per migliorare la qualità delle loro citazioni e per promuovere la giustizia citazionale”.
L’editoriale si conclude affermando che “è giunto il momento per tutte le parti interessate – finanziatori, istituzioni, editori e ricercatori – di considerare come possiamo lavorare insieme per smantellare le eredità sistemiche dell’esclusione”.
Questo l’articolo: Nature addresses helicopter research and ethics dumping. Nature sulla ricerca in elicottero e il dumping etico. DOI 10.1038/d41586-022-01423-6.
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